Fare trekking nel gruppo del Catinaccio e raggiungere le famose Torri del Vajolet significa immergersi nelle Dolomiti della Val di Fassa in Trentino-Alto Adige. Qui si può spaziare dalle escursioni più facili fino ai trekking impegnativi plurigiornalieri tra i vari rifugi. La rete di sentieri di trekking è così fitta che avrete solo l’imbarazzo della scelta. In questo articolo vi racconto del nostro percorso ad anello di 2 giorni con partenza da Mazzin, in Val di Fassa. Un trekking lungo ma assolutamente ripagato dai paesaggi e dalle viste mozzafiato che offre sul gruppo del Catinaccio.

Ecco le tappe del nostro trekking ad anello nelle Dolomiti del Catinaccio: Lago Antermoia con l’omonimo passo, rifugi Antermoia, Passo Principe, Vajolet, Preuss, Roda di Vael, Passo Santner e per finire il Rifugio Re Alberto I, dove abbiamo dormito al cospetto delle splendide Torri del Vajolet. Partiamo!
Indice
Itinerario di trekking ad anello di due giorni nel gruppo delle Dolomiti del Catinaccio
Giorno 1 – Come arrivare alle Torri del Vajolet
- Sentiero 580: salita da Mazzin in Val di Fassa (1.395 metri di altitudine), situato a 10 minuti di auto da Vigo di Fassa, fino al rifugio Antermoia (2.496 metri): 3 ore di cammino
- Sentiero 584: salita dal rifugio Antermoia fino al Passo Antermoia (2.772 metri) e poi discesa al rifugio Passo Principe (2.599 metri): 2 ore
- Sentiero 584: discesa dal Passo Principe fino ai rifugi Vajolet e Preuss (2.243 metri): 30 minuti
- Sentiero 542s: salita dal rifugio Vajolet verso il rifugio Re Alberto I (2.621 metri), dove avevamo prenotato per la notte. Il rifugio è situato proprio sotto alle Torri del Vajolet. Raggiungibile in 1 ora di salita dal rifugio Vajolet
Percorso totale:
- Dislivello: 1.790 metri in salita, 560 metri in discesa
- Tempo di percorrenza: 6 ore e 30 minuti di camminata più 1 ora di pause
- Difficoltà: percorso dal dislivello impegnativo ma senza particolari difficoltà, da Mazzin fino al Lago Antermoia. Da qui in avanti si trovano alcuni punti più insidiosi:
- Un che presenta varie insidie è la discesa dal Passo Antermoia al Passo Principe, molto ripida e con alcuni passaggi esposti. Necessaria un po’ di dimestichezza su sentieri rocciosi e molto ripidi. Sconsigliato a chi soffre di vertigini. Prima del Passo Antermoia è possibile invece incontrare alcuni nevai su cui prestare attenzione (anche a luglio inoltrato, chiaramente a seconda delle condizioni di innevamento dell’anno in corso)
- Un altro tratto segnalato e che presenta varie insidie, è il sentiero 542s, ovvero la salita dal rifugio Vajolet verso il rifugio Re Alberto I. In questo tratto infatti la salita è tutta su roccia, con alcuni tratti attrezzati con cordino metallico. Necessaria un po’ di dimestichezza su sentieri rocciosi e molto ripidi. Sconsigliato a chi soffre di vertigini.

Giorno 2 – chiusura del percorso ad anello nel Catinaccio
- Sentiero 542: breve salita di 15 minuti dal Rifugio Re Alberto I verso il passo Santner, dove si trova proprio il rifugio passo Santner (2.734 metri), appena riaperto dopo 6 anni di chiusura.
- Sentiero 542+542s: discesa dal Passo Santner al rifugio Re Alberto e nuovamente al rifugio Vajolet attraverso il sentiero roccioso e attrezzato 542s. 15 minuti dal Santner al Re Alberto +40 minuti di discesa al Vajolet
- Sentiero 541: salita dai rifugi Vajolet e Preuss verso il passo delle Zigolade (2.552 metri) in 2 ore. Poi discesa sempre lungo il 541 fino al rifugio Roda di Vael (2.280 metri): 30 minuti
- Sentiero 545: dal rifugio Roda di Vael fino al rifugio Ciampedie (2.000 metri): 2 ore di percorrenza
- Sentiero 543: discesa da Ciampedie fino a Pera di Fassa in circa 1 ora e rientro a Mazzin in altri 30 minuti lungo la pista ciclabile che costeggia la statale.
Percorso totale:
- Dislivello: 570 metri in salita, 1.790 metri in discesa
- Tempo di percorrenza: circa 7 ore, più 1 ora di pause
- Difficoltà: percorso molto semplice e panoramico, anche se molto lungo. Prevalentemente in discesa, ad eccezione del tratto in salita verso il passo delle Zigolade, dove bisogna prestare attenzione visto che si cammina su di un ripido ghiaione.

Itinerario di trekking: come arrivare e raggiungere le torri del Vajolet
Giorno 1: trekking da Mazzin al rifugio Re Alberto I e Torri del Vajolet
Arrivando da Soraga, lasciamo la macchina nel primo parcheggio sulla sinistra che troviamo all’ingresso del paesino Mazzin, vicino ad un’area di sosta con un piccolo parco e zona pic-nic. Alle ore 8:30 cominciamo a seguire il cartello stradale di colore marrone che indica “Val Udai”. Dopo alcuni metri tra le viuzze asfaltate del paesino, si trova il sentiero vero e proprio, il numero 580, che inizia a salire su di una strada sterrata. Da qui il cartello indica circa 3 ore di cammino fino al rifugio Antermoia. Il tempo è buono ed il cielo si mostra azzurro con qualche nuvola passeggera.

Da questo momento la salita è costante ma non eccessivamente faticosa. Si attraversa una piccola zona boscosa fino ad arrivare a ridosso delle pareti dolomitiche, da cui sbuca anche una splendida cascata.

Si sale per circa un’ora tra i pendii erbosi fino ad arrivare all’area verde pianeggiante di Camerloi (2.200 metri)

Seguiamo le indicazioni per il sentiero 580 che, dopo un breve tratto pianeggiante, torna a salire fino al passo de Dona (2.581 metri). Lungo questa salita si possono ammirare numerose vette dolomitiche in lontananza verso est, in primis la Marmolada, regina delle Dolomiti con i suoi 3.343 metri.

Rifugio e Lago Antermoia
Dal passo si intravede il rifugio Antermoia che raggiungiamo velocemente. Sono le 11:30 e, dopo un veloce timbro sul nostro Passaporto delle Dolomiti (di cui vi avevo già raccontato in questo articolo), proseguiamo verso l’incantevole Lago Antermoia, con le sue acque blu cobalto che si mescolano con il bianco delle distese di ghiaccio non ancora sciolto.



Dopo il lago inizia una nuova salita che conduce al passo Antermoia a 2.772 metri. In questo tratto si cammina su alcune distese di neve, ancora presenti a metà luglio. Il cielo comincia ad annuvolarsi e a farsi cupo, ma in realtà in tutta la giornata non pioverà mai.

Rifugio passo Principe

Si scende poi dal passo lungo un tratto di sentiero molto ripido ed esposto, per raggiungere il rifugio Passo Principe (2.599 metri).
Qui ci fermiamo per mangiare il nostro pranzo al sacco composto da: panini, affettati, formaggio e frutta secca. Il rifugio passo Principe ci ha molto colpito: sembra quasi incastonato nella roccia (a distanza di due anni ci siamo tornati per dormirci, un’esperienza veramente splendida, di cui vi raccontiamo qui: Trekking di 2 giorni al Rifugio Passo Principe da Ciampedie verso Passo Antermoia e Lago Antermoia nel Catinaccio). Altro timbro sul passaporto e si riparte.

Ora percorriamo un semplice tratto in discesa, molto largo, che ci conduce ai rifugi Vajolet e Preuss in meno di un’ora. Vicino al rifugio Vajolet comincia il sentiero 542s: si tratta della salita verso le famosi torri del Vajolet, culmine della nostra giornata di trekking!

Torri del Vajolet e rifugio Re Alberto I: come arrivare dal rifugio Vajolet
La salita dal rifugio Vajolet si trova completamente su roccia e bisogna prestare molta attenzione. Infatti all’inizio del sentiero 542s ci sono vari cartelli che presentano questa salita come fattibile solo per “escursionisti esperti”. In realtà si può percorrere tranquillamente senza attrezzatura, facendo molta attenzione tenendosi ai vari cordini metallici di supporto che si incontrano lungo il percorso. In alcuni punti si procede senza l’ausilio delle corde metalliche, quindi serve un minimo di esperienza di camminata su roccia, ma non certo al livello di arrampicata.


Arriviamo in circa un’ora al rifugio re Alberto I, che incanta proprio per la sua posizione, al cospetto delle imponenti Torri del Vajolet. Il rifugio Re Alberto I , di cui trovate il sito internet a questo link (cliccate qui), è dotato di 60 posti in letto in camerata da 4 fino a 6 persone. Costruito agli inizi del 900′, è solitamente aperto nella stagione estiva da metà giugno a fine settembre.
Il rifugio è molto accogliente e pulito, con servizi igienici e finiture moderne. Noi abbiamo dormito nel cosiddetto “pollaio”, ossia un sottotetto vicino al vano scale con i materassi a terra: molto carino, anche se di notte è meglio coprirsi molto bene con 2 coperte (messe a disposizione dal rifugio). Ovviamente obbligatorio il saccoletto.

Costi, prenotazioni e cena
Il prezzo a persona per una mezza pensione con cena e colazione è di 55 €, mentre solo per il pernottamento+colazione è di 38 €. Trovate il dettaglio dei prezzi nel sito del rifugio: in ogni caso le bevande sono escluse. La prenotazione va effettuata molto in anticipo: noi abbiamo prenotato a fine giugno, e tutti i sabati di luglio il rifugio era già pieno, ad eccezione di un solo week end per il quale ho subito “fermato” il nostro posto. Per bloccare la prenotazione è necessario un bonifico di una quota pari a 15 € a testa.
La cena si basa su alcuni piatti tipici da rifugio con la scelta tra varie zuppe (per noi la scelta è ricaduta sulla zuppa d’orzo) e secondi a base di carne (spezzatino con puré e funghi oppure wurstel con crauti e patate). Per finire una buona creme brulèe.
Tramonto e notte stellata al rifugio re Alberto I davanti alle Torri del Vajolet
Dopo cena i colori del tramonto fanno arrossire le Dolomiti, grazie al fenomeno dell’Enrosadira. E’ questo il momento culminante e tanto atteso dei due giorni di trekking per raggiungere le torri del Vajolet!

Poi di notte punto la sveglia verso l’una, con la speranza di ammirare le stelle in un cielo privo di nuvole. Lo spettacolo è incredibile, anche se non si riesce ad intravedere la Via Lattea come invece era successo dal Rifugio Pradidali la settimana precedente (trovate qui il nostro articolo relativo al trekking al rifugio Pradidali tra le pale di San Martino).

Questo primo giorno è stato impegnativo, a causa dei circa 1.800 metri di dislivello positivo in salita. Tuttavia la stanchezza non è eccessiva, perché ci aspetta un nuovo giorno!
Giorno 2: trekking dalle torri del Vajolet al rifugio Roda di Vael e ritorno a Mazzin
Grazie ad alcune indicazioni ricevute in rifugio, decidiamo di intraprendere il trekking fino al rifugio Roda di Vael. Più che altro stavamo cercando un sentiero alternativo per non dover solo “scendere” dal rifugio Re Alberto fino a Gardeccia e poi a Pera di Fassa. Inoltre, le previsioni davano tempo sereno per tutta la mattina, con possibilità di rovesci nel pomeriggio, quindi avevamo a disposizione circa 6/7 ore di cammino.
Rifugio passo Santner
Usciamo alle 8:30 e prima di tutto saliamo velocemente in circa 15 minuti sul sentiero 542 al Passo Santner, dove si trova l’omonimo rifugio. Il rifugio Passo Santner (2.784 metri) è stato chiuso per circa 6 anni ed è stato riaperto proprio quest’anno. Si tratta di un piccolo rifugio, da circa una decina di persone, ottimo per chi volesse stare più tranquillo (al Re Alberto c’era nettamente più confusione). Noi non sapevamo fosse aperto, visto che online era ancora dato per chiuso: magari ci torneremo! (aggiornamento 2023: il piccolo e tradizionale rifugio Passo Santner è stato sostituito da un grande e moderno rifugio, con una struttura piramidale di metallo che ha fatto molto discutere)


Scendiamo di nuovo al Re Alberto e ammiriamo le torri del Vajolet da una prospettiva diversa!

Di nuovo arriviamo al rifugio Vajolet, scendendo velocemente lungo il tratto roccioso ed attrezzato del sentiero 542s.
Passo delle Zigolade e rifugio Roda di Vael

Dal rifugio Vajolet seguiamo le indicazioni per il sentiero 541, che dovrebbe portarci in circa 2 ore e 30 minuti al rifugio Roda di Vael attraversando il passo delle Zigolade. Questo primo tratto di sentiero fino al passo non presenta molto dislivello, circa 300 metri in salita, ma è abbastanza lungo. Si tratta comunque di un sentiero che potremmo definire un “balcone panoramico”: la vista spazia verso le Dolomiti ad est, la Marmolada, fino alle vicine cime del Catinaccio ed in lontananza il rifugio Passo Principe.



Arriviamo al passo in circa 2 ore, attraversando in salita un tratto di ghiaione abbastanza scivoloso e ripido: da percorrere con cautela. Nel frattempo le nuvole cominciavano a scurirsi ma nuovamente nessuna goccia di pioggia ci colpisce. Dopo il passo una facile discesa conduce in circa un’ora al rifugio Roda di Vael (2.280 metri), uno dei più affollati che abbiamo visto lungo tutto il percorso. Sarà anche perché lo raggiungiamo ad ora di pranzo verso le 12.30 e c’erano di quelle portate da acquolina in bocca! Noi però dobbiamo continuare, e mangiamo un panino al sacco avanzato dal giorno prima.

Da Roda di Vael verso Ciampedie e Pera di Fassa
L’ultimo tratto è forse il meno entusiasmante. Abbiamo ormai abbandonato la zona rocciosa delle torri e guglie del cuore del Catinaccio e il sentiero 545 scende quasi completamente all’interno di un bosco, che collega il Roda di Vael al rifugio Ciampedie in circa 2 ore. Arrivati qui troviamo anche un altro rifugio, il Negritella, da cui si ammirano in lontananza i gruppi dolomitici del Catinaccio e si possono scorgere ancora le Torri del Vajolet.


A questo punto si potrebbe scendere a Pera di Fassa in seggiovia, direttamente dal Ciampedie, ma decidiamo di proseguire in discesa a piedi per circa un’altra oretta. Il sentiero segue praticamente la pista da sci invernale fino a sbucare al parcheggio della seggiovia nel centro di Pera di Fassa. Dopo questi 2 giorni interminabili di trekking, ci rende quasi tristi camminare sull’asfalto e sul marciapiede, ma dobbiamo ancora proseguire per tornare a Mazzin. Camminiamo così a lato della strada statale Dolomites e su una pista ciclabile per circa mezz’ora.
Escursione ad anello di due giorni nel Catinaccio ed altri trekking in Val di Fassa
Termina così questo racconto di 2 giorni incredibili di trekking tra le Torri del Vajolet nel Catinaccio e tutti i suoi numerosi rifugi! Speriamo che questo itinerario vi possa essere d’ispirazione, visto che per prepararlo abbiamo recuperato informazioni da vari siti, rifugi e anche attraverso telefonate ad alcuni uffici di guide alpine della zona. In ogni caso, vi consiglio di dare anche un’occhiata al sito dei rifugi del Catinaccio (cliccate qui), molto utile per farsi un’idea dei numerosi percorsi e rifugi.
Un itinerario di trekking verso le Torri del Vajolet è sicuramente una delle esperienze da non perdere se si visita la Val di Fassa! Se questo articolo vi è piaciuto, lasciateci un commento qui sotto oppure seguiteci sui social (Instagram, Facebook, Pinterest)!
Se siete alla ricerca di un altro percorso di trekking ed escursione per raggiungere le Torri del Vajolet, non potete assolutamente perdervi la salita partendo dalla Val d’Ega: Dal Rifugio Fronza alle Coronelle alle Torri del Vajolet: trekking nelle Dolomiti del Catinaccio

Qui invece trovate numerosi altri spunti per camminate, escursioni, trekking restando in Val di Fassa nella nostra sezione del sito dedicata: Focus On Trips – Dolomiti – Trekking ed escursioni in Val di Fassa
Infine siete alla ricerca di consigli relativi all’attrezzatura per i trekking estivi? Qui siete nel posto giusto: Focus On Trips – Recensioni e consigli di attrezzatura da trekking
Traccia GPS del trekking ad anello di 2 giorni nel Catinaccio per raggiungere le Torri del Vajolet
Cliccate qui sotto scaricare la traccia GPS del percorso di trekking di 2 giorni nel Catinaccio, sul portale outdooractive.com
Ciao! Sto seguendo il vostro itinerario ma la notte la passo al rifugio Vajolet, mi sono organizzata troppo tardi e il tempo non è dei migliori nel pomeriggio! Domani mattina sveglia presto e si continua 🙂 Grazie per aver condiviso la vostra esperienza, è la prima volta che vado in montagna da sola, la vostra guida mi è davvero molto utile!
Desirée
Ciao Desirée, grazie per il commento! Ci fa piacere che il nostro articolo ti sia stato utile! Questo anello di trekking nel Catinaccio è sicuramente tra i nostri preferiti. Facci poi sapere come è andato tutto l’itinerario e le tue impressioni 🙂 Alberto
Ciao avete la traccia gps del percorso?
Ciao Denis, no in questo caso non abbiamo registrato una traccia gps durante la nostra escursione. Tuttavia possiamo dirti che il sentiero è effettivamente facile da identificare e da seguire (si trovano molti cartelli segnavia lungo il percorso), seguendo le indicazioni che abbiamo riportato nell’articolo con i vari numeri dei sentieri inclusi
Ciao ragazzi, avete anche il chilometraggio giornaliero per caso? Non avevo valutato la possibilità di riuscire a fare in 2 giorni anche Roda di Vael, ma mi sembra interessante…anche se forse i miei compagni di viaggio non so se mi seguano 🙂
Ciao Lara, all’epoca di questo tragitto non utilizzavo ancora l’orologio che registrava la traccia gps 🙂 ma ho simulato il tour tramite l’applicazione Komoot (super consigliata: ti permette di calcolare le distanze e tempistiche tra varie destinazioni lungo i sentieri) ed il primo giorno sono usciti circa 14,5km mentre il secondo giorno circa 20km
Grazie, in effetti ce l’ha pure Davide questa app…grazie comunque. Solo una cosa il tratto Antermoia-Principe ha tratti esposti o è solo difficoltoso per il ghiaione e la salita? Leggo pareri molto diversi, ma so che voi siete sempre i più affidabili 🙂
Giusto che non porto i miei amici in cose troppo complicate…grazie ancora!
Grazie Lara per il messaggio 🙂 Il tratto dal lago Antermoia al rifugio Principe ci porta con un primo tratto di salita fino al Passo Antermoia dove non ci sono particolari problemi (se non qualche piccolo nevaio da attraversare cautamente). Dal Passo poi si scende al rifugio Principe lungo un tratto abbastanza ripido e dove prestare più attenzione 🙂 In ogni caso non si tratta di un percorso attrezzato, ma direi di un percorso da affrontare molto cautamente, e lentamente, su alcuni tratti di ghiaione insidiosi. Ma in ogni caso non dovrebbe costituire un grosso problema per persone abituate a camminare in montagne (appoggiando talvolta mani e piedi sulla roccia). Diverso il discorso se una persona dovesse soffrire di vertigini: in questo caso non me la sentirei di consigliarlo e piuttosto consiglierei di spezzare l’itinerario, arrivando al Lago Antermoia il primo giorno (e scendendo in giornata) e poi in un’altra giornata arrivare al Principe dal Vajolet e da Gardeccia
Grazie mille!
Ciao, noi vorremmo salire al rifugio vajolet passando per la ferrata Santer, passare lì la notte e ridiscendere il giorno dopo per l’itinerario che avete fatto voi in salita il primo giorno, è fattibile? Che voi sappiate si può raggiungere l’attacco della ferrata partendo da vigo di fassa?
Ciao, partendo da Vigo di Fassa è possibile raggiungere l’attacco della ferrata Santner, arrivando prima a Ciampedie (a piedi sul sentiero 544 oppure in funivia), proseguendo verso il Gardeccia sul nr. 540 e poi salendo sul 550 fino al Passo delle Coronelle (molto scenografico), da cui si scende verso il rifugio Coronelle (sempre sul 550) e, prima del rifugio, si segue la deviazione che porta alla ferrata. Saranno circa 5 ore totali di cammino (indicativamente e senza funivia) prima di raggiungere la ferrata. Così il secondo giorno scendereste verso il Vajolet per poi risalire al rifugio Passo Principe, Passo Antermoia, Lago Antermoia e per poi tornare a Vigo di Fassa.
Ciao! A fine settembre farò un trek d tre giorni (due notti) con il mio cane. Secondo te è fattibile/ (1 giorno) andare al rif. alpe di tires e dormire qui; (2 giorno) da Tires proseguire verso il rif. antermoia..per arrivare infine al rif Re Alberto I? … dormirei in quest ultimo e il terzo giorno tornerei verso il rif. alpe di tires per infine scendere. Non riesco a trovare info online 🥺vorrei anche capire di che difficoltà parliamo per capire se sarebbe affordable per me. Grazie mille❤️
Ciao Rossella, per concatenare nel secondo giorno sia il Rifugio Antermoia sia il Rifugio Re Alberto dovresti fare il giro scendendo dal rifugio Alpe di Tires verso la Val Duron e poi risalendo al rifugio Antermoia (e poi da lì in avanti seguiresti il nostro itinerario del primo giorno verso passo Antermoia, rifugio Passo Principe, rifugio Vajolet e salita al Re Alberto). A quel punto il terzo giorno potresti scendere dal Re Alberto verso il Vajolet risalire al Passo Principe e chiudere l’anello scendendo al Rifugio Bergamo (oppure aggiungendo ancora salita fino al Passo Molignon e tornando al rifugio Alpe di Tires: trovi qualche foto di questo tratto del Catinaccio in questo articolo: Trekking Rifugio Alpe di Tires-Rifugio Bergamo: anello di 2 giorni nel gruppo del Catinaccio) e chiudendo il giro immagino al parcheggio di Tires/Lavina Bianca: pensavi di partire da qui? In linea generale sembra fattibile, chiaramente con dislivelli importanti anche sopra i 1000 metri di salita giornalieri, che quindi richiedono un certo allenamento e abitudine a camminare in montagna. Inoltre i tratti più difficili ed esposti sono la salita al Re Alberto dove ci sono dei cordini metallici per agevolare il percorso su roccette, e la salita/discesa del passo Antermoia (abbastanza ripida). In ogni caso per ulteriori dettagli puoi mandarci una mail e ti condividiamo qualche link aggiuntivo 😉
Ciao,
Ciao, stiamo studiando un programma per 3 giorni il prox weekend, non ci spaventano lunghi Km e/o dislivello ma purtroppo i punti troppo esposti, vorremmo fare Vajolet, Re Alberto 1°, Santner , Rifugio e lago Antermoia cercando di inserire Roda di Vael e RIFUGIO ALPE TIRES.
Valutando anche eventuali notti in rifugio: Antermoia, Santner e Roda di Vael so essere aperti.
La salita/discesa dal/ al Passo Antermoia è piu brutta da che lato? Io ho idea sia meglio farla dal principe, salendo, mi confermi? Il passaggio per andare dal Vajolet al Roda Vael è molto brutto/esposto? grazie
Ciao Stefania, grazie per il commento! Bellissimo programma, in questo periodo sicuramente il Catinaccio è molto “tranquillo”. Informatevi però molto bene nei gironi precedenti sullo stato dei sentieri (essendo già quasi a metà ottobre).
– Passo Antermoia: il tratto più “brutto” è sicuramente quello arrivando dal Passo Principe, che è affrontabile un po’ più tranquillamente in salita, piuttosto che in discesa
– Dal rifugio Vajolet al rifugio Roda di Vael si attraversa il passo delle Cigolade e questo può essere un tratto molto ripido e delicato. Noi l’abbiamo attraversato ad inizio luglio del 2019, prima che venisse chiuso per alcuni lavori di ripristino. Da quando è stato riaperto nel 2020 non ci siamo più passati, ma ti consiglio di telefonare ai rifugi ancora aperti in zona per chiedere informazioni in merito allo stato del sentiero (a maggior ragione in questo periodo, dove anche una leggera ed improvvisa nevicata notturna può rendere molto difficoltoso il passaggio da passi e forcelle)
Ciao, secondo voi è possibile fare il giro in senso inverso? Grazie
Ciao Giulia, certo è possibile! Trovi qui un nostro giro simile che ripercorre le principali tappe proprio in senso inverso Trekking Rifugio Passo Principe da Ciampedie verso Passo Antermoia e Lago Antermoia nel Catinaccio (qui manca solo la parte da Ciampedie verso il rifugio Roda di Vael e la salita alle Zigolade per arrivare al rifugio Vajolet)