Fare trekking tra il Rifugio Alpe di Tires ed il Rifugio Bergamo significa immergersi nel gruppo del Catinaccio, o Rosengarten in tedesco. Si tratta di uno dei gruppi montuosi più belli delle Dolomiti, raggiungibile dalla Val di Tires in provincia di Bolzano o dalla Val di Fassa in provincia di Trento. Da qui si può spaziare dalle escursioni più facili fino ai trekking impegnativi plurigiornalieri. La rete di sentieri di trekking è così fitta che avrete solo l’imbarazzo della scelta. In questo articolo vi racconto del nostro percorso ad anello di 2 giorni nel periodo autunnale con partenza da Lavina Bianca, in Val di Tires.
Un trekking non troppo impegnativo che ci ha portati nel cuore delle Dolomiti al confine tra il Massiccio dello Sciliar ed il gruppo del Catinaccio. In 2 giorni abbiamo attraversato la Val Ciamin, il Buco dell’Orso, il Rifugio Alpe di Tires, il Passo del Molignon, il Rifugio Bergamo e per finire i Denti di Terrarossa. Proprio in questa zona abbiamo piazzato la nostra tenda per dormire al cospetto dei Denti dolomitici, con una vista mozzafiato sulle cime di: Gruppo delle Odle, Sassolungo, Sassopiatto, Piz Boè, Marmolada, Antelao e Monte Pelmo. Partiamo!
Indice
Riassunto del trekking ad anello nel gruppo del Catinaccio
Giorno 1
- Sentiero 3: salita da Lavina Bianca in Val di Tires (1.150 metri di altitudine), frazione situata a 10 minuti di auto da Tires (30 minuti da Bolzano), fino al rifugio Alpe di Tires (2.440 metri) e Denti di Terrarossa, attraverso la Val Ciamin ed il canalone roccioso del Buco dell’Orso: circa 3 ore di cammino
- Dislivello: 1.290 metri in salita
- Tempo di percorrenza: 3 ore di di camminata più 1 ora di pause
- Difficoltà: percorso dal dislivello elevato non impegnativo e senza particolari difficoltà, da Lavina Bianca fino al rifugio Alpe di Tires.
Giorno 2
- Sentiero 3A: salita dal Rifugio Alpe di Tires verso il Passo del Molignon (2.604 metri). Poi in discesa nelle gole rocciose del Catinaccio, al cospetto della cima del Catinaccio d’Antermoia, fino al Rifugio Bergamo (2.134 metri). Da qui, si prosegue ancora in discesa lungo la Val Ciamin fino a ricongiungersi con il Sentiero 3 percorso all’andata il giorno precedente.
- Dislivello: 235 metri in salita, 1.500 metri in discesa
- Tempo di percorrenza: 4 ore di camminata più 30 minuti di pause
- Difficoltà: percorso senza particolari difficoltà e non impegnativo. Da prestare attenzione nel tratto in discesa dal Passo del Molignon: il sentiero è un po’ stretto e si rischia di scivolare sui tratti di ghiaione.
A nostro parere questo itinerario ad anello è fattibile anche in una sola giornata senza troppi problemi, considerando circa 8 ore di percorrenza (1.500 metri in salita e altrettanti in discesa). Nel nostro caso, volevamo dormire in tenda per approfittare di uno splendido week-end autunnale, e abbiamo pertanto diviso il tragitto su due giorni, partendo a camminare verso le ore 13 di sabato e rientrando alle ore 12 di domenica.
Itinerario di trekking verso il Catinaccio e i Denti di Terrarossa
Giorno 1: trekking da Lavina Bianca al Rifugio Alpe di Tires
Arriviamo in auto a Lavina Bianca, nel comune di Tires in provincia di Bolzano, e parcheggiamo nei pressi della Malga Tschamin. La Malga si trova a circa 30 minuti di auto da Bolzano: da qui parte il sentiero nr. 3 che conduce al Rifugio Alpe di Tires e Rifugio Bergamo. Prima della malga ci sono alcuni spiazzi dove poter lasciare l’auto.
Arrivando a Lavina Bianca, vi consigliamo di approfittare delle splendide viste sul gruppo del Catinaccio che si ammirano da San Cipriano, paesino che si trova proprio sulla strada che porta a Lavina Bianca. La giornata è serena ed il cielo azzurro ci fa ammirare le cime del Catinaccio in tutto il suo splendore: le iconiche Torri del Vajolet (2.821 metri) svettano con le loro rocciose cime aguzze di fianco alla Cima Catinaccio (2.981 metri). Proprio queste torri ci ricordano un altro splendido week-end di trekking nel gruppo del Catinaccio, di cui potete leggere in questo articolo: Trekking Torri del Vajolet-Rifugio Re Alberto I-Passo Antermoia: anello di 2 giorni nel gruppo del Catinaccio (cliccate qui)


Val Ciamin
Il sentiero 3 parte molto tranquillo nel mezzo dei boschi della Val Ciamin. Si tratta di un bel percorso, una camminata nel bosco davvero tranquilla che procede in salita ma su un dislivello molto dolce. Il sentiero è largo e facilmente percorribile: nella prima mezz’ora di cammino si incontra anche una fontana dove l’acqua è potabile. In tutto il percorso siamo accompagnati dalle acque del Rio Ciamin che scorrono tranquille.


Dopo circa un’ora di cammino si raggiunge uno spiazzo verde all’interno del bosco, da cui si cominciano ad intravedere le cime rocciose del gruppo del Catinaccio. Quest’angolo di verde è perfetto per un pic-nic e per una pausa veloce in un’atmosfera meravigliosa.


Il sentiero 3 poi prosegue in una salita un po’ più decisa, arrivando a ridosso delle pareti dolomitiche del Catinaccio, ma restando sempre al riparo del bosco. Si raggiunge così un bivio segnalato da un cartello: a sinistra si prosegue verso nord-est in direzione del Rifugio Alpe di Tires, mentre a destra comincia il sentiero 3A che porta il Rifugio Bergamo verso sud-est. Noi svoltiamo a sinistra, continuando a seguire il sentiero 3 verso il Rifugio Alpe di Tires.

Buco dell’Orso – Barenloch
Dopo la verde Val Ciamin, entriamo nella gola chiamata Buco dell’Orso (chiamato Barenloch in tedesco) e presto capiamo il perché. Da qui in avanti infatti il sentiero diventa più roccioso ed il dislivello aumenta più velocemente: il sentiero comincia a snodarsi in stretti tornantini e prosegue in salita costante e più ripida. La vegetazione si fa più rada e questo tratto di sentiero roccioso è veramente splendido. Si raggiunge anche un tratto accessibile di un piccolo rivolo d’acqua che scorre tra le rocce: ne approfittiamo per riempire le nostre borracce.




La salita continua nella roccia dolomitica del Catinaccio. Ci sono alcuni tratti di sentiero attrezzato con funi metalliche a cui tenersi, ma non abbiamo trovato punti particolarmente pericolosi. L’importante è tenersi con una mano alla corda metallica, facendo attenzione a dove si mettono i piedi.


La salita termina in un ampio spiazzo verde dove si raggiunge un bivio all’incrocio con il sentiero nr. 4, anche questa volta segnalato da un cartello, ai piedi delle cime e torri rocciose dei Denti di Terrarossa. A sinistra si prosegue verso ovest in direzione del Rifugio Bolzano, mentre noi dobbiamo continuare a destra verso il Rifugio Alpe di Tires che già si intravede a non molta distanza.

Rifugio Alpe di Tires
Arriviamo così al Rifugio Alpe di Tires, dopo circa 4 ore di trekking (3 di cammino più una di pause per pranzo e foto). Il rifugio è uno dei più moderni che abbiamo visto in giro per le Dolomiti e dispone di una grande sala da pranzo con una vetrata panoramica davvero bella (trovate qui il link al sito del Rifugio Alpe di Tires). Situato proprio ai piedi dei Denti di Terrarossa, il rifugio gode di una vista invidiabile ad ovest verso la Cima di Terrarossa (2.650 metri) e ad est verso la Val Gardena.

Tramonto sui panorami dolomitici
E’ proprio verso est che il panorama diventa incredibilmente mozzafiato: vi consigliamo infatti di proseguire lungo il sentiero nr. 2 verso la Forcella Denti di Terrarossa. In questo tratto di sentiero la vista si apre in maniera incredibile, e che sinceramente non mi aspettavo, sui principali gruppi e cime dolomitiche:
- a sinistra verso nord-est: il Sass Rigais (3.025 metri) nel gruppo delle Odle, il Piz Duleda (2.909 metri) nel gruppo del Puez e la Cima Dieci (3.026 metri) nell’Alpe di Fanes
- imponenti e molto vicini davanti alla nostra visuale: il Sassopiatto (2.964 metri) e Sassolungo (3.181 metri), nell’omonimo gruppo del Sassolungo
- davanti a noi dietro al Sassopiatto verso est: il Gruppo del Sella con la cima del Sass Pordoi (2.950 metri) ed il massiccio Piz Boè (3.152 metri)
- a destra verso sud-est: in lontananza la punta quasi piramidale dell’Antelao, il Re delle Dolomiti (3.264 metri, seconda cima tra tutte le Dolomiti). Più a destra e molto vicina a noi la sua imponente ed affascinante consorte, la Marmolada, la Regina delle Dolomiti (3.343 metri la quota massima di Punta Penia, prima tra tutte le Dolomiti). In mezzo al re ed alla regina, si intravede anche il Monte Pelmo, delle Dolomiti di Zoldo (3.168 metri).




Con questo panorama incredibile, piazziamo la nostra tenda vicino a questo tratto del sentiero 2. Cuciniamo una buona cena a base di minestra d’orzo con il nostro fornelletto e ci prepariamo per la notte. La temperatura scende: siamo a metà ottobre, a 2.400 metri di altitudine, con alcune chiazze di neve che già caratterizzano il paesaggio. Tuttavia dormiamo piuttosto bene con la nostra attrezzatura: potete leggere in questo nostro altro articolo la lista di cosa ci portiamo solitamente per dormire in alta quota, dalla tenda, ai materassini e sacchi a pelo (cosa portare per un trekking plurigiornaliero in montagna-cliccate qui).

Giorno 2: trekking dal Rifugio Alpe di Tires al Rifugio Bergamo e ritorno a Lavina Bianca
Cielo stellato e alba tra le Dolomiti
Dopo la prima giornata di trekking verso il Rifugio Alpe di Tires, puntiamo la sveglia presto per smontare la tenda verso le 6:30. E’ ancora molto buio e manca circa un’ora all’alba che arriverà poi alle 7:30. Così ne approfitto per fotografare le stelle, uno dei miei soggetti fotografici preferiti. Fa molto freddo, ma la vista del cielo sgombro da nuvole e illuminato dalle stelle è sempre incantevole.


Dopo aver ammirato le stelle, è il turno delle luci dell’alba. Anche in questo caso il panorama ed i colori sono incredibili.



Passo del Molignon
Così verso le 8 ripartiamo a camminare e ci dirigiamo verso il Rifugio Bergamo, seguendo il sentiero 3A.

Una breve e facile salita ci conduce sul sentiero roccioso che ci porta proprio all’interno del Gruppo del Catinaccio. In questo tratto di sentiero roccioso si ammirano dall’alto i Denti di Terrarossa che sovrastano il Rifugio Alpe di Tires, con tutto il panorama circostante.





Salendo facilmente lungo il sentiero 3A, si raggiunge il Passo del Molignon a 2.604 metri.

Qui si resta semplicemente estasiati da ciò che vedono i nostri occhi. Punte rocciose, pendii scoscesi, ripide gole: tutti gli elementi del paesaggio dolomitico danno il meglio di sé in questo scorcio pazzesco nel cuore del Catinaccio. Il sentiero comincia così a scendere all’interno della gola rocciosa: un sentiero ripido e sassoso, dove è facile scivolare, ma con un minimo di prudenza, si affronta facilmente, a velocità moderata, e senza troppe difficoltà. Noi proseguiamo lentamente, per ammirare ogni secondo di questi scorci dolomitici ed imprimerli nella nostra memoria. La cima del Catinaccio d’Antermoia sovrasta la vallata rocciosa.



Una volta terminata la discesa dal Passo del Molignon, si arriva ad un bivio segnalato da un cartello. Da un lato si prosegue in salita verso il Passo Principe (2.599 metri), dove si trova l’omonimo Rifugio Passo Principe, e da cui si può proseguire verso le Torri del Vajolet e nelle restanti splendide vallate del Catinaccio (rifugio Passo Principe da cui siamo passati in questo altro itinerario di trekking di due giorni-cliccate qui). Nell’altra direzione si prosegue invece in discesa verso il rifugio Bergamo, dove siamo diretti noi questa volta.



Il sentiero continua a snodarsi immerso in mezzo alla roccia, fino a raggiungere velocemente dei verdi pendii scoscesi, sui quali si erge il rifugio Bergamo (2.134 metri). Il rifugio Bergamo si raggiunge in circa 2 ore, partendo dal rifugio Alpe di Tires.

Dopo il rifugio Bergamo, proseguiamo lungo il sentiero 3A, che ci riporta sempre in discesa nella Val Ciamin.



Il paesaggio si fa sempre meno roccioso ed arriviamo molto velocemente al bivio con il sentiero di trekking 3 al quale eravamo arrivati il giorno precedente (che portava al rifugio Alpe di Tires). Da qui in poi si prosegue lungo il sentiero 3 in discesa nel bosco di fianco al Rio Ciamin, lungo lo stesso sentiero del giorno precedente. Si raggiunge così nuovamente la Malga Tschamin in circa 2 ore dopo aver lasciato il rifugio Bergamo.
Termina così questo racconto di 2 giorni incredibili di un trekking ad anello nel Catinaccio tra i Rifugi Alpe di Tires e Rifugio Bergamo! Speriamo che questo itinerario vi possa essere d’ispirazione, insieme al nostro itinerario di due giorni tra Torri del Vajolet-Rifugio Re Alberto I-Passo Antermoia (cliccate qui). In ogni caso, vi consiglio di dare anche un’occhiata al sito dei rifugi del Catinaccio (cliccate qui), molto utile per farsi un’idea dei numerosi percorsi e rifugi.
Grazie ragazzi, avete fatto un bellissimo racconto illustrato, che mi è servito molto, leggendolo alle 5 di mattina di un giorno di fine ottobre (come voi) per poi partire subito da Modena. La mia piccola variazione è stata di lasciare l’auto a San Cipriano, per poter spingere la mia bicicletta (una mtb con sella a manubrio da passeggio) in salita fin sopra il Rechter Leger, così da averla poi per il ritorno la sera, gran furbata devo dire! Infatti ho fatto tutto in giornata, con anche una lunga pausa al bellissimo Rifugio Tires, penultimo giorno di apertura. Come voi avete giustamente rimarcato, sono rimasto grandemente impressionato dal Passo Molignon e dal catino dolomitico sottostante (sono tornato proprio per il ricordo che avevo da 45 anni prima). Catino veramente colossale e probabilmente unico, che ha un nome in Tedesco: Grasleitenkessel (tanto da dare il nome alla vetta dell’intero gruppo: Kesselkogel) e ne meriterebbe uno anche in Italiano.
Ciao Andrea, grazie mille per il commento! Ci fa molto piacere che il nostro racconto ti sia stato utile. Il tratto di sentiero roccioso al Passo Molignon è sicuramente uno dei punti più emozionanti, come succede spesso nelle Dolomiti!
Davvero un ottimo racconto, questo è proprio l’itinerario che dovrei fare prossimanente, ed è stato utilissimo trovare tutte queste info. ben descritte. Ottime foto anche. Complimenti
Ciao Federico, grazie mille per il commento ed i complimenti! Ci fa molto piacere che il nostro racconto ti sia stato utile
Itinerario fantastico e ottima descrizione. Partiamo!
Grazie mille Giovanni per il commento! Ri-partiremmo subito anche noi!