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Dal Rifugio Fronza alle Coronelle alle Torri del Vajolet: trekking nelle Dolomiti del Catinaccio

In questo articolo vi presentiamo un percorso di trekking per raggiungere le famose Torri del Vajolet, nel cuore del gruppo del Catinaccio, in tedesco Rosengarten, nelle Dolomiti a cavallo tra la Val di Fassa, in provincia di Trento, Val D’Ega e Val di Tires, in provincia di Bolzano. Il percorso raccontato in questo articolo raggiunge i sentieri del Catinaccio proprio dal versante altoatesino, con partenza da Malga Frommer, per raggiungere le Torri del Vajolet ed il Rifugio Passo Santner passando prima per il Rifugio Fronza alle Coronelle, Passo delle Coronelle, Rifugio Vajolet, Rifugio Preuss e Rifugio Re Alberto I. Un trekking lungo ma assolutamente ripagato dai paesaggi e dalle viste mozzafiato che offre sui gruppi dolomitici circostanti, tra Latemar, Marmolada, e fino alle pale di San Martino. Partiamo!

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Vista dal Rifugio Passo Santer tra le roccie del Catinaccio: sullo sfondo il massiccio dolomitico del Latemar

Itinerario da Malga Frommer, passando per il Rifugio Fronza alle Coronelle fino alle Torri del Vajolet

  • da Malga Frommer (1.743 m.) si raggiunge il sentiero Fronza alle Coronelle (2.337 m.) tramite il sentiero 15 ed il sentiero 1, in circa 1 ora e mezza;
  • Dopo il Rifugio Fronza alle Coronelle si prosegue in salita sul roccioso sentiero 550 verso il Passo delle Coronelle (2.630 m.) che si raggiunge in 45 minuti;
  • Dal passo scendiamo sempre sul sentiero 550 lungo il ghiaione e seguiamo la deviazione per il sentiero 541 verso il Rifugio Vajolet (2.243 m.) che si raggiunge in 1 ora e mezza dal passo delle Coronelle;
  • poi dal Rifugio Vajolet si prosegue in salita verso il Rifugio Re Alberto I (2.621 m.) lungo il sentiero 542 s (1 ora), da affrontare con attenzione essendo segnalato da vari cartelli come sentiero per escursionisti esperti, che procede su roccia con la presenza di funi metalliche.
  • Dal Rifugio Re Alberto I ammiriamo da vicino le Torri del Vajolet, e possiamo proseguire ancora in leggera salita per circa 20 minuti fino al Rifugio Passo Santner (2.734 m.)

Percorso totale:

  • Dislivello: 1.950 metri in salita ed altrettanti in discesa.
  • Tempo di percorrenza: circa 5 ore di camminata per il tratto di andata (pause comprese) ed altrettante per il ritorno.
  • Distanza: 14,5 km.
  • Difficoltà: percorso lungo e dal dislivello impegnativo ma veramente remunerativo in termini paesaggistici. Il principale tratto segnalato e che presenta varie insidie, è il sentiero 542s, ovvero la salita dal rifugio Vajolet verso il rifugio Re Alberto I. In questo tratto infatti la salita è tutta su roccia, con alcuni tratti attrezzati con cordino metallico. Necessaria un po’ di dimestichezza su sentieri rocciosi e molto ripidi. Sconsigliato a chi soffre di vertigini. Da prestare attenzione anche lungo la salita che dal Rifugio Fronza alle Coronelle porta al Passo Coronelle, lungo il sentiero 550, che presenta alcuni tratti su roccia con supporto di fune metallica.

Partenza da Malga Frommer

La partenza di questo percorso di trekking verso le Torri del Vajolet è Malga Frommer, o Frommeralm in tedesco, raggiungibile in circa 30 minuti di auto da Bolzano. Qui si può trovare un ampio parcheggio nei pressi della seggiovia Re Laurino 2, che può condurre direttamente al Rifugio Fronza alle Coronelle. Il sentiero di cui invece vi raccontiamo in questo articolo, parte proprio da Malga Frommer e costeggia le piste da sci invernali, risalendo i verdi pendii fino al Rifugio Fronza alle Coronelle.

Partiamo la mattina molto presto, pertanto all’inizio della salita il panorama che si presenta ai nostri occhi comincia a colorarsi con i primi raggi del sole di giornata.

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Dai verdi pendii in salita verso il Catinaccio da Malga Frommer: sullo sfondo le cime del Latemar
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Vista panoramica alle prime luci dell’alba: in fondo a sinistra compaiono anche le Dolomiti di Brenta

Il sentiero che parte dalla Frommeralm è il numero 15, che procede all’interno di un piccolo boschetto che d’inverno segna il limitare delle piste da sci. Proseguendo così in leggera salita si raggiunge la deviazione con il sentiero 1 che punta direttamente al Rifugio Fronza alle Coronelle.

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Deviazione segnalata per il sentiero nr. 1

Una volta abbandonato il boschetto, il sentiero prosegue a lato della ripida pista invernale che scende dal rifugio, e la salita diventa più decisa.

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In alto a destra notiamo il Rifugio Fronza alle Coronelle, sula sinistra il fianco detritico delle pareti occidentali del Catinaccio

Rifugio Fronza alle Coronelle

Questo primo tratto di salita dura circa un’ora e mezza e ci permette di raggiungere il Rifugio Fronza alle Coronelle, che sembra quasi incastonato nella parete rocciosa alle sue spalle. La sua posizione è proprio in uno spiazzo piano molto limitato, visto che davanti ad esso scendono subito in ripida picchiata le piste da sci invernali.

Dal rifugio il panorama che si ammira permette di raggiungere le Dolomiti del vicino gruppo del Latemar, il Corno Bianco ed il Corno Nero.

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Subito dietro al rifugio partono i principali sentieri che si inoltrano nel gruppo del Catinaccio: il cartello indicatore ci guida lungo il sentiero nr. 550 verso il Passo Coronelle. Appena lasciato alle nostre spalle il rifugio, il sentiero si inerpica su alcuni speroni rocciosi: è qui richiesto di “sporcarsi” un po’ le mani nella salita, prestando attenzione ed aiutandosi con i supporti metallici fissati nella roccia.

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Cartello indicatore, sentiero nr. 550, con alle spalle la Cima Catinaccio

Successivamente troviamo anche un tratto dove il passaggio è supportato da una fune metallica. Ad ogni modo, non si tratta di una via ferrata, ma di un tratto abbastanza breve e non eccessivamente complicato.

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Successivamente il sentiero torna a svilupparsi in maniera più dolce e lieve su percorso sassoso, lasciandoci del tempo per soffermarci ad ammirare nuovamente la barriera del Latemar. A questo punto, manteniamo la direzione del sentiero 550 verso il Passo Coronelle, ignorando la deviazione verso la ferrata Passo Santner.

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Passo Coronelle

Il sentiero 550 ora ricomincia a salire deciso per l’ultimo tratto prima di raggiungere il passo Coronelle. Il sentiero si restringe e guadagna velocemente dislivello snodandosi tramite vari tornanti, segnati nella roccia e su cui il passaggio è agevolato grazie a gradini di legno e funi metalliche.

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Salita finale verso il Passo Coronelle

In tutta questa prima parte di sentiero di trekking stiamo risalendo il fronte occidentale del Catinaccio per raggiungere le torri del vajolet, camminiamo nelle prime ore del mattino lungo questo versante in ombra. A mano a mano che ci avviciniamo al passo Coronelle, la luce del sole comincia ad illuminare sempre più il sentiero, facendosi strada tra lo stretto passaggio roccioso che segna il passaggio verso il versante orientale del Catinaccio.

Poi giungiamo in cima al passo, tra quello stretto passaggio roccioso, e la vista si scopre in maniera incantevole e quasi sorprendente sul versante opposto: Punta Penia della Marmolada svetta in lontananza di fronte a noi, mentre il cuore del Catinaccio si mostra ai nostri occhi nel pieno della luce del mattino.

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Vista dal Passo Coronelle: sulla destra il profilo inconfondibile della Marmolada, al centro in lontananza il profilo ondulato delle Tofane, mentre sulla sinistra in primo piano notiamo il Gran Cront (2.779 m.) nel Catinaccio
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Ancora la vista dal Passo Coronelle, questa volta verso il cuore del Catinaccio: a sinistra svetta proprio la cima Catinaccio (2.981 m.), al centro il Catinaccio d’Antermoia (3.004 m.), e adestra la Cima di Larsec (2.861 m.)

Rifugio Vajolet

Il percorso di trekking verso le torri del Vajolet prosegue ora in discesa dal passo Coronelle, lungo un tratto di sentiero roccioso da percorrere lentamente. Proseguendo, si percorre poi un sentiero più agevole lungo il tratto di ghiaione che costeggia tutta la parete orientale della Cima Catinaccio. La direzione da seguire è sempre il sentiero 550 verso il Rifugio Vajolet, fino a raggiungere la deviazione sul sentiero 541.

Il sentiero 541 ci conduce ancora in discesa verso il Rifugio Vajolet e Rifugio Preuss, regalandoci delle ulteriori viste panoramiche verso altre cime dolomitiche.

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Sentiero 541, vista verso il Passo delle Zigolade nel Catinaccio. In fondo a sinistra, compaiono in lontananza le Pale di San Martino, con la punta del Cimon della Pala (3.184 m.) che fa capolino

Da qui il Rifugio Vajolet si raggiunge facilmente continuando a camminare in discesa, fino ad incrociare la larga strada forestale, che arriva dal Rifugio Gardeccia, sulla quale si percorre un ultimo tratto di veloce salita. Per raggiungere il rifugio Vajolet dal Gardeccia, il punto di partenza dell’escursione può essere Muncion, frazione di Pozza di Fassa in Val di Fassa, come vi raccontiamo in questo articolo (percorso durante lo scorso inverno): Escursione invernale al Rifugio Vajolet nel Catinaccio (cliccate qui)

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Al centro i Rifugi Vajolet e Preuss con alle spalle la cima del Catinaccio d’Antermoia.

Salita al Rifugio Re Alberto I

Siamo così quasi giunti alla parte conclusiva di questo percorso di trekking verso le Torri del Vajolet, in quanto manca da affrontare l’ultima salita verso il Rifugio Re Alberto I. Rifugio che si trova proprio sotto alle Torri del Vajolet e presso il quale avevamo dormito una notte durante una nostra precedente esperienza estiva: Trekking Torri del Vajolet-Rifugio Re Alberto I-Passo Antermoia: anello di 2 giorni nel gruppo del Catinaccio (cliccate qui) (in questo percorso avevamo raggiunto le Torri del Vajolet arrivando dal Lago Antermoia e Passo Principe, prima di arrivare al Rifugio Vajolet: un altro percorso assolutamente da non perdere!).

Questo tratto di salita dal Rifugio Vajolet verso il Re Alberto è abbastanza difficile e viene appunto segnalato come sentiero per escursionisti esperti. La difficoltà deriva principalmente dal fatto che il sentiero si sviluppa completamente su roccia, in alcun punti abbastanza ripidi, dove troviamo però sempre il supporto di cordini e funi metalliche. In ogni caso, il sentiero non è consigliato a chi soffre di vertigini.

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Salita verso il Rifugio Re Alberto I: in basso il Rifugio Vajolet
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Torri del Vajolet e Rifugio Passo Santner

Dopo l’ultimo tratto di salita che dura circa un’ora dal Rifugio Vajolet, ci troviamo proprio al cospetto delle Torri del Vajolet:

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Da sinistra la Torre Delago (2.790 m.), al centro la Torre Stabeler (2.805 m.) e Torre Winkler (2.800 m.) a destra. Davanti in primo piano notiamo la Torre Piaz (2.670 m.). Le Torri del Vajolet sono costituite complessivamente da 7 cime rocciose di dolomia, riconoscibili dal loro versante meridionale dal Rifugio Re Alberto I nelle 3 iconiche torri meridionali più la Piaz, che nascondono le altre 3 torri (Torre Principale, Torre Nord, Torre Est).
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Torri del Vajolet e Rifugio Re Alberto I. Alla destra delle torri la Cima Scalieret (2.887 m.), Cima Nord (2.780 m.) e Punta di Mezzo (2.773 m.)

Dalle Torri del Vajolet e Rifugio Re Alberto la salita può proseguire all’interno della conca rocciosa chiamata “conca del Gartl”, che si trova a 2.621 m, stretta tra la Cima Catinaccio (2.981 m) a est e la Croda di Re Laurino ad ovest, una cresta rocciosa che prende il suo nome da un personaggio chiave nelle fiabe delle Dolomiti, che racconta del giardino di rose (Rosengarten appunto) del Re Laurino e la nascita del fenomeno dell’Enrosadira (leggete questo nostro articolo per conoscere la fiaba, Enrosadira: perché le Dolomiti si tingono di rosa all’alba e al tramonto (cliccate qui). La conca del Gartl, così chiamata in onore del giardino di rose della fiaba, è attraversata da un sentiero che, lungo il versante detritico della Croda di Re Laurino, collega poi il Rifugio Re Alberto I con il Rifugio Passo Santner, che è stato riaperto nell’estate 2019 dopo 6 anni di chiusura.

Il Rifugio Passo Santner si raggiunge in circa 20 minuti di salita dal Rifugio Re Alberto I: pochi minuti che ci permetteranno di raggiungere un punto panoramico straordinario:

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Vista dal Rifugio passo Santner verso la Val d’Ega sottostante: ancora evidenti sono purtroppo i danni lasciati nei boschi dalla tempesta Vaia del 2018.
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Rifugio Passo Santner (2.734 m.): alle sue spalle la vista raggiunge la conca della vallata dell’Adige che racchiude la città di Bolzano
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Ancora il rifugio Passo Santner con alle spalle la cima rocciosa della Croda di Re laurino. Sullo sfondo l’Altopiano dello Sciliar con la punta di Monte Pez (2.564 m.)
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Scorci rocciosi verso le cime meridionali del Catinaccio, tra cui la cima Coronelle sulla sinistra; in fondo il massiccio del Latemar

Dal rifugio Passo Santner non è possibile proseguire oltre in salita: ci sarebbe l’opportunità di intraprendere la discesa dal passo Santner direttamente lungo la ferrata, che conduce poi al rifugio Fronza alle Coronelle. Noi per il ritorno abbiamo invece in programma di percorrere nuovamente il sentiero dell’andata, anche se chiaramente più lungo (!), ma non vogliamo perderci l’opportunità di ammirare nuovamente tutti i panorami già visti durante il tragitto di andata!

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Passaggio del sentiero 550 al Passo Coronelle: vista verso la Val d’Ega

Termina così questo racconto di trekking verso le Torri del Vajolet, che ci riconduce al parcheggio di Malga Frommer in circa 4 ore e mezza di cammino.

Se questo articolo vi è piaciuto fatecelo sapere nei commenti!

2 comments

  1. Ciao a tutti, volevo sapere se la frazione tra il rif Fronza alle coronelle e il rifugio Vaiolet e’ fattibile senza particolari problemi…ok passaggi aiutati da cavi ma niente ferrate…
    Grazie mille in anticipo

    1. Ciao 🙂 nel percorso descritto non ci sono ferrate nel tratto dal rifugio Fronza alle Coronelle fino al rifugio Vajolet: nel tratto in salita lungo il sentiero 550 dal rifugio Fronza fino al Passo delle Coronelle ci sono solo vari tratti supportati da cavi metallici, su cui è necessario ovviamente prestare attenzione e che richiedono un passo fermo e sicuro (ma si tratta sempre di sentiero escursionistico, non di ferrata)

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