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Rifugio Alpe di Tires da Campitello di Fassa: trekking nelle Dolomiti in Val Duron

Il sentiero di trekking che porta al Rifugio Alpe di Tires (Tierser Alpl Schutzhaus) da Campitello di Fassa è uno splendido percorso che si snoda tra le cime dolomitiche del Catinaccio e gli iconici ed appuntiti Denti di Terrarossa.

Il Rifugio Alpe di Tires, situato a 2.440 metri di altitudine, si raggiunge passando dal Rifugio Micheluzzi ed attraversando la verde e meravigliosa Val Duron. Vallata che si snoda tra le pendici nord-orientali del Catinaccio da un lato, con il gruppo del Sassolungo-Sassopiatto dall’altro ed i baluardi dei Denti di Terrarossa che delimitano la fine della Val Duron prima dell’Alpe di Siusi.

salita verso rifugio alpe di tires da val di fassa
Ultimo tratto di salita verso il Rifugio Alpe di Tires lungo la strada sterrata che costituisce il sentiero: in primo piano sullo sfondo la schiena del Sassopiatto, dietro il gruppo del Sella

La salita da Campitello di Fassa è abbastanza lunga ma si percorre sempre facilmente su un ampio e largo sentiero fino al Rifugio Alpe di Tires, con una vista panoramica che si scopre gradualmente, fino a portarci con lo sguardo verso le Dolomiti di Marmolada, Pelmo, Sassopiatto, Sassolungo, Sella, Odle e Puez. Partiamo!

Come raggiungere il Rifugio Alpe di Tires e Micheluzzi da Campitello di Fassa: itinerario di trekking

  • da Campitello di Fassa (1.450 metri di altitudine) si segue il sentiero, ben segnalato da cartelli esplicativi, che conduce al Rifugio Micheluzzi (1.850 metri – 1 ora e un quarto di salita). Il sentiero condivide lo stesso percorso della strada forestale percorsa solo dai mezzi che salgono e scendono dal rifugio per i rifornimenti e per il servizio navetta
  • dal rifugio Micheluzzi seguiamo le indicazioni ben visibili che che ci guidano verso il Rifugio Alpe di Tires (sentiero 532) attraverso tutta la Val Duron, proseguendo prima in un percorso quasi pianeggiante fino alle pendici del Catinaccio (ignorando le deviazioni di sentiero che portano al rifugio Antermoia) e poi lungo la larga strada sterrata che ci conduce in salita al Passo Duron (1 ora e 20 min.) ed infine al Rifugio (2 ore di salita dal rifugio Micheluzzi al Rifugio Alpe di Tires)
  • per il ritorno si segue lo stesso percorso dell’andata, con 1 ora e 45 minuti di discesa per tornare al Micheluzzi ed un’ora ulteriore di discesa per arrivare a Campitello
val duron trekking estate catinaccio
La splendida Val Duron ai piedi delle pareti dolomitiche del Catinaccio

Nota-1: il servizio navetta nominato qui sopra fa riferimento alla possibilità di raggiungere il rifugio Micheluzzi direttamente con la navetta/taxi del rifugio, eliminando quindi il primo tratto di salita dell’itinerario (prezzi estate 2023 per la corsa singola: adulti 10 euro, bambini 5 euro; da moltiplicare per due eventualmente per il ritorno in discesa). Per questo motivo il sentiero, se percorso a piedi, condivide alcuni tratti con la strada percorsa dalla navetta, mentre in altri compie delle deviazioni nel bosco (indicate da precisi cartelli).

Nota-2: noi abbiamo percorso questo itinerario nel corso di due giorni, ad inizio giugno, in cui abbiamo dormito al Rifugio Micheluzzi per una notte. Il primo giorno siamo partiti da Campitello per arrivare al Micheluzzi e salire poi al rifugio Sassopiatto (trovate il nostro racconto qui Trekking al Rifugio Sassopiatto da Campitello di Fassa e Rifugio Micheluzzi ), mentre il secondo giorno siamo saliti al rifugio Alpe di Tires dal Micheluzzi per poi scendere a Campitello (in ogni caso l’itinerario, anche aggiungendo la salita da Campitello al Micheluzzi, è comunque fattibile in giornata; per questo motivo però nella traccia gps in fondo all’articolo non troverete questo tratto di salita perché percorso da noi il giorno prima)

pareti del Catinaccio incombenti sulla val duron
Le pareti dolomitiche del Catinaccio che incombono sulla Val Duron

Percorso totale:

  • Dislivello: 1.050 metri in salita complessivi da Campitello, costituiti da 400m+ da Campitello al Rifugio Micheluzzi, più altri 650m+ dal Micheluzzi al rifugio Alpe di Tires
  • Distanza: 20 chilometri complessivi (il tratto A/R da Campitello al Micheluzzi costituisce 6,5 km, quindi, se si prende la navetta, partendo dal Micheluzzi il percorso A/R sarebbe di 13,5km)
  • Tempo di percorrenza: calcolate in totale circa 6 ore e mezza (pause escluse) per il percorso totale (da Campitello al Rifugio Alpe di Tires, mentre se si parte dal Micheluzzi considerate 4 ore)
  • Difficoltà: il percorso non presenta particolari difficoltà. Il dislivello è abbastanza elevato, e richiede un certo allenamento, ma viene affrontato gradualmente dal sentiero (tranne l’ultimo tratto prima del rifugio Alpe di Tires dove la salita diventa più ripida e si può sentire come più impegnativa), che si sviluppa sempre su una larga strada forestale

Partenza da Campitello di Fassa per raggiungere il Rifugio Micheluzzi e Rifugio Alpe di Tires

Il punto di partenza dell’itinerario è un parcheggio situato nel paese di Campitello di Fassa, poco prima della stradina che porta al punto di partenza del servizio navetta per la Val Duron.

Nella mappa che trovate qui sotto trovate la posizione esatta, dove si trovano alcuni parcheggi a lato della strada, gratuiti nel periodo in cui ci siamo stati (inizio giugno) ma a pagamento durante la stagione estiva (aggiornamento estate 2023) dal 01/07 al 15/09 con una tariffa di 1 euro all’ora oppure di 8 euro per tutto il giorno (9-20).

Partiamo così verso la salita che ci condurrà nella Val Duron e poi verso il Rifugio Alpe di Tires. Eravamo già passati dal Rifugio Alpe di Tires in un trekking autunnale di due giorni in tenda del 2019 (trovate qui il racconto Trekking Rifugio Alpe di Tires-Rifugio Bergamo: anello di 2 giorni nel gruppo del Catinaccio), ma è vero che un luogo di montagna, anche se già visitato, assume una connotazione nuova in base al percorso che decidiamo di intraprendere.

Perché così la mente, prima di partire, comincia a viaggiare tra aspettativa, attesa, sogno, trepidazione, finché i piedi calzano gli scarponi e si muovono sul sentiero, diretti verso destinazioni note, ma dove la nuova idea di percorso prende forma. Gli occhi vedono così qualcosa di nuovo: anche se si trattasse solo di una nuova prospettiva, questo cambiamento, nella novità della scoperta, ci fa sentire vivi.

Ci inoltriamo così sul sentiero, verso la nostra prima tappa che è il rifugio Micheluzzi: i tratti di percorso ripercorrono una larga strada forestale per quasi tutta la salita, nonostante alcune deviazioni, da cui la chiara roccia dolomitica della punta del Sassopiatto comincia a fare capolino:

sentiero da campitello verso il rifugio Micheluzzi
Sentiero verso il rifugio Micheluzzi: la punta del Sassopiatto spunta dal bosco

Rifugio Micheluzzi

Proseguendo nel bosco il sentiero ci conduce tranquillamente al rifugio Micheluzzi, da cui la vista si allarga, abbracciando la Val Duron fino ai Denti di Terrarossa, lasciandoci intravedere in lontananza la piana rocciosa dove si trova il rifugio Alpe di Tires.

sentiero da campitello verso il rifugio Micheluzzi
Quasi arrivati al rifugio Micheluzzi, con i frastagliati Denti di Terrarossa che emergono al centro, e le pareti rocciose del Catinaccio sulla sinistra

Il meteo abbastanza imprevedibile di inizio giugno ci fa camminare al di sotto di nuvole cariche di un’aspettativa di pioggia, che non ci impedisce però di raggiungere in salita le pendici del maestoso Sassopiatto, fino al rifugio Sassopiatto (Trekking al Rifugio Sassopiatto da Campitello di Fassa e Rifugio Micheluzzi), per poi scendere nuovamente al rifugio Micheluzzi dove ci fermiamo per la notte. Qui trovate il loro sito per tutte le info e per prenotare (https://rifugiomicheluzzi.it/, apertura da inizio maggio a fine ottobre).

rifugio Micheluzzi Val Duron
Il rifugio Micheluzzi (1.850 m.)

Dopo aver trascorso la notte in rifugio, il tempo cambia completamente e ci svegliamo con l’atmosfera radiosa di una giornata dal tipico sapore estivo. La verdeggiante Val Duron ci sveglia con un paesaggio da cartolina quando apriamo la finestra della nostra stanza in rifugio:

rifugio Micheluzzi Val Duron
Val Duron: la splendida vista dalle finestre al nostro risveglio dal rifugio Micheluzzi

Dopo l’ottima ed abbondante colazione in rifugio, il sole ci accompagna nel nostro nuovo percorso che attraversa tutta la Val Duron. L’aria frizzantina di prima mattina, una fresca brezza, evoca ricordi, sapori, profumo d’estate, leggerezza e felicità.

Val Duron

Così ci immergiamo nella verde Val Duron, percorrendo un sentiero quasi completamente pianeggiante, che ci permette di rilassarci e di goderci completamente il panorama che ci circonda. Alcune baite e piccole costruzioni in legno puntellano il paesaggio idilliaco, con mucche, cavalli e yak che per vari tratti completano lo scenario complessivo. Le fresche acque del rio Duron scorrono al centro della vallata, regalandoci un sottofondo musicale degno di nota, arricchito dal soffio di una brezza estiva.

val duron trekking

Nota: dopo circa 10-15 minuti dal rifugio Micheluzzi si può trovare un altro punto di ristoro, il ristorante/baita Lino Brach (sito web https://www.baitalinobrach.it/), chiuso ad inizio giugno quando siamo passati, ma ottima occasione nel periodo estivo per una pausa (e con splendido parco giochi all’esterno)

val duron trekking catinaccio
Le pareti del Catinaccio: sulla sinistra la cima della Croda del Lago (2.806 m.) che sovrasta nel suo versante sud lo splendido Lago di Antermoia (di cui raccontiamo qui Trekking Rifugio Passo Principe da Ciampedie verso Passo Antermoia e Lago Antermoia nel Catinaccio)
val duron trekking catinaccio

La strada sterrata ad un certo punto comincia ad inclinarsi e tendersi verso l’alto: punto da cui comincia la vera e propria salita, con la solita larga strada che ci accompagna con vari tornanti.

Il regno di roccia del Catinaccio compare così bloccando l’incedere della verde vallata, spingendoci in una salita che ci porta al cospetto delle torri rocciose dei Denti di Terrarossa, una bizzarra ma quasi minacciosa formazione rocciosa: frastagliata, aguzza e spettacolare al tempo stesso.

Nel frattempo alle nostre spalle il panorama si staglia di fronte a noi in maniera sempre più notevole, con le prime nubi che si addensano ed aumentano lo spettacolo

val duron vista verso sassopiatto e sella
Viasta verso la schiena innevata del Sassopiatto sulla sinistra, mentre al centro si nota la punta del Col Rodella con il gruppo del Sella in secondo piano
pareti del Catinaccio incombenti sulla val duron
Ancora le pareti dolomitiche del Catinaccio che incombono sulla Val Duron e sempre più maestose sopra di noi: qui vediamo di nuovo la Croda del Lago (2.806 m.) e la Cima Molignon di Dentro (2.852 m.)

Salita verso il Passo Duron

La salita procede con pendenza costante ma senza risultare eccessivamente faticosa. E’ difficile non distrarsi ad ogni passo, e perdersi nella vista delle cime che ci circondano. Ma sono i colori che rapiscono la nostra attenzione, perché se alle nostre spalle il bianco ed il grigio cominciano a formare cumuli nuvolosi, di fronte a noi l’azzurro più limpido e puro dipinge ancora completamente il cielo:

prima vista verso i denti di terrarossa
Salita verso il Passo Duron: in fondo compare la cresta dei Denti di Terrarossa
salita verso rifugio alpe di tires e pareti del catinaccio

La meta intermedia, raggiungibile dopo vari tornanti di salita, è il Passo Duron, che collega la vallata con l’Alpe di Siusi. Da qui si prosegue ancora in salita, e dopo alcune curve il panorama si apre proprio verso l’Alpe di Siusi ed il lontano Seceda sotto alle cime delle Odle:

panorama verso il Sassopiatto e le Odle
La vista verso le cime del gruppo Puez-Odle in fondo a sinistra ed al centro

La salita procede gradualmente, in questo tratto spingendosi alla sua pendenza massima.

Ma è proprio in momenti come questo che panorama roccioso ci muove qualcosa dentro, facendoci gustare ogni singolo istante.

salita verso rifugio alpe di tires e pareti del catinaccio

Arriviamo a raggiungere il Rifugio Alpe di Tires, che sorge proprio ai piedi dei pinnacoli rocciosi dei Denti di Terrarossa. La vista spazia da qui verso numerose cime delle Dolomiti, tra cui la Marmolada, il gruppo del Sella, il Pelmo, il Sassopiatto, il Sassolungo ed altre ancora.

salita verso rifugio alpe di tires da val di fassa

I Denti di Terrarossa, con un mix di dolomie, calcari e arenarie, accompagnano quest’ultimo tratto di sentiero di sentiero, denominati in tedesco “Rosszähne” (denti di cavallo) perché appunto il loro profilo frastagliato assomiglia effettivamente alla dentatura di un cavallo.

ultima salita verso il rifugio Alpe di Tires e Denti di Terrarossa
Le bizzarre e frastagliate composizioni rocciose di torrette e pinnacoli dei Denti di Terrarossa, con la Cima Denti di Terrarossa sulla sinistra che tocca il punto più alto 2.653 m.

Rifugio Alpe di Tires

panorama dal rifugio alpe di tires verso le Dolomiti
Panorama dolomitico al termine della salita per il rifugio Alpe di Tires

Il rifugio Alpe di Tires (Tierser Alpl Schutzhaus), a 2.440 m. di altitudine, si presenta con una moderna struttura con un tetto di lamiera rossa che ben si sposa con le sfumature rossastre della roccia dolomitica dei Denti di Terrarossa.

Il rifugio gode di una fantastica posizione panoramica, in un punto “in cui pare conducano tutti i sentieri”, come scrivono i gestori nel loro sito web, essendo un punto di collegamento tra Sciliar, Sassolungo, Alpe di Siusi e Catinaccio.

rifugio Alpe di Tires trekking
Il Rifugio Alpe di Tires (2.440 m.) con la Cima di Terrarossa (2.655 m.) sullo sfondo

Il rifugio è aperto da fine maggio fino ad ottobre, ma qui trovate il loro sito con tutte le informazioni aggiornate (https://www.tierseralpl.com/it.html)

Dopo una breve pausa in rifugio ed il nostro pranzo al sacco, dedichiamo molto tempo a rilassarci e scattare foto, dato il panorama che ci circonda

rifugio alpe di tires da campitello di fassa trekking
rifugio alpe di tires vista verso sassopiatto

Ritorno

Per ritornare a Campitello scendiamo dallo stesso sentiero da cui siamo saliti, anche se una variante interessante per allungare l’itinerario potrebbe essere quella di raggiungere il rifugio Sassopiatto (che noi avevamo raggiungo il giorno prima) dall’Alpe di Tires, per poi scendere nuovamente al Micheluzzi.

Nel nostro percorso di ritorno, restiamo ancora ammaliati dalle pareti del Catinaccio, che assumono sembianze ancora più grandiose con lo scenario annuvolato che si crea nel pomeriggio.

pareti catinaccio alpe di tires
pareti catinaccio alpe di tires

L’atmosfera estiva ci accompagna così per tutta la giornata, anche quando lungo il ritorno in discesa le nuvole cominciano ad addensarsi e ad assumere una colorazione sempre più scura. Un tuono rimbomba in lontananza, le nuvole diventano nere, l’estate è appena cominciata, ed il nostro cuore comincia a battere più veloce.

alpe di tires panorama

Termina così questo racconto di trekking nelle Dolomiti tra Val di Fassa, Val Duron, Alpe di Tires, Catinaccio, Sassopiatto e Denti di Terrarossa!

Qui potete trovare numerosi altri spunti per camminate, escursioni, trekking nelle Dolomiti della Val di Fassa nella nostra sezione del sito dedicata: Focus On Trips – trekking Val di Fassa

Traccia GPS

  • link per scaricare la traccia GPS del percorso di trekking da Campitello al Rifugio Alpe di Tires ul portale outdooractive.com
  • nota: come scritto all’inizio, nella traccia non trovate la salita da Campitello al rifugio Micheluzzi perché l’avevamo percorsa nel giorno precedente (il totale salirebbe quindi a 1.050 m. di salita e circa 20 km)

2 comments

  1. Sono zone splendide. Sconsiglio caldamente il periodo di piena estate perché la Val duron è veramente troppo frequentata. Il percorso fatto dalle navette risulta polveroso e il sentiero che taglia nel bosco per arrivare al micheluzzi sembra fatto con il panzer, non segue l’andamento naturale del bosco, con le sue radici e le roccette, ma taglia per dritto su e su, con un sentiero lastricato simile ad un marciapiede. Veramente un triste modo di sfruttare la montagna, opinione personale di una fassana per metà. Per il resto la Val Duron, le viste sul Catinaccio di Antermoia, lo Sciliar in lontananza, l’Alpe di Siusi, il sassolungo, il piz Boè, la Marmolada… sono e rimangono spettacolari nonostante tutto. Grazie ai blogger della condivisione di questo percorso.

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