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Parco Nazionale Torres del Paine: 3 giorni di trekking – Parte 2

Continua il nostro percorso di trekking nel Parco Torres del Paine. Nel primo articolo, che potete trovare a questo link, vi ho raccontato del nostro ingresso nel parco, del Lago Pehoe attraversato in catamarano, della salita al Mirador Francés, e molto altro!

Ora proseguiamo con il racconto del secondo giorno nel Parco Torres del Paine, il più intenso, che terminerà con un momento clou anticipato rispetto alla tabella di marcia: la salita alle 3 torri!

Campamento Francés – Campamento Los Cuernos

Il primo giorno nel Parco Torres del Paine era terminato al campeggio Francés e proprio da qui ripartiamo la mattina seguente. Facciamo colazione velocemente con cereali, biscotti e cioccolato che ci eravamo portati da Puerto Natales. Verso le 7 di mattina ci incamminiamo lungo il sentiero che porta al Campamento Los Cuernos, per rispettare la tabella di marcia più lunga dei 3 giorni di trekking. L’obiettivo è infatti quello di raggiungere il Campamento Chileno, dove avevamo prenotato la notte in tenda, per poi prepararsi alla salita al Mirador Las Torres del giorno seguente all’alba.

Appena partiti, capiamo subito che la seconda giornata al parco Torres del Paine sarà memorabile, grazie a viste come questa.

Vista Lago Patagonia Cilena
Torres del Paine – vista sul Lago Nordenskjöld

Soprattutto, capisco di essermi sbagliato. Mi spiego meglio: solitamente prima di partire siamo sempre attratti dalle immagini mozzafiato dei luoghi iconici, più famosi e più turistici della nostra destinazione scelta. In questo caso, nel parco Torres del Paine, il momento più atteso era quello della salita alle tre torri che danno il nome al parco. Così tutto quello che ci separa dal nostro “obiettivo” può apparirci anonimo, poco entusiasmante, e rischiamo di escluderlo dai nostri itinerari. In realtà sono proprio questi tratti, apparentemente anonimi, che ci regalano le emozioni migliori, proprio perché inaspettate.

Così succede nel nostro secondo giorno nel parco Torres del Paine. La giornata è molto calda, caratterizzata da un cielo limpido in cui splende il sole. Partiamo per raggiungere il Campamento Los Cuernos, che dista 3 km dal Campamento Francés.

Questo tratto di percorso è molto semplice ma anche remunerativo, perchè ci ha dato la sensazione di essere immersi in un bosco verde incontaminato, molto fitto. Il sentiero è prevalentemente in discesa fino al campamento. Si tratta di circa 150 metri di dislivello in discesa che permettono di raggiungere le sponde del Lago Nordenskjöld, che prende il nome di un geologo ed esploratore svedese di inizio Novecento. Che colore dell’acqua, che panorama di cime e vette innevate! Quanti profumi: se dovessimo descrivere il profumo del parco Torres del Paine sarebbe di fiori e erbe selvatiche.

Il sentiero è caratterizzato da alcune deviazioni che ci fanno raggiungere l’acqua del lago, in piccole spiagge naturali di ciottoli. In riva al lago regna una pace surreale: siamo soli, ci fermiamo, ascoltiamo il rumore rilassante dell’acqua, e ci godiamo il nostro momento al sole, con la brezza del vento fresco e leggero sulla pelle. Possiamo definirlo davvero uno di quei momenti in cui ci sentiamo veramente vivi, uno di quei momenti per i quali sentiamo il desiderio di viaggiare.

Lago Nordenskjöld Torres del paine

Anche oggi non incontriamo quasi nessuno in cammino nella nostra destinazione. Arriviamo così tranquillamente al campamento Cuernos verso le 9, dove ci fermiamo a fare scorta di acqua e ad ammirare le cime de Los Cuernos che danno il nome all’area. Da qui il sentiero riparte a salire, con circa 300 metri di dislivello in tutto. Si costeggia sempre il Lago Nordenskjöld, con il sole alto nel cielo e la temperatura che continua a salire.

Los Cuernos Torres del paine

Campamento Los Cuernos – Rifugio Chileno

Il rifugio Chileno dista circa 15 km dal campamento Cuernos. Dopo circa 3 ore di cammino, arriviamo ad un bivio, da un lato si continua verso l’area de acampar Las Torres e l’ingresso del parco, mentre dall’altro si prosegue verso il rifugio Chileno a nord-est. Noi proseguiamo in questa direzione e attraversiamo poi una zona pianeggiante, che si separa dal Lago Nordenskjöld, e si inoltra verso la vallata del Monte Almirante Nieto. Questa zona, dove nuovamente ci troviamo da soli, è caratterizzata dalla presenza di piccoli cespugli spinosi molto ramificati con fiori gialli, i mata barrosa.

Poi ritorna la salita, che dovrebbe portare al rifugio Chileno in circa 400 metri di dislivello e 2 ore di percorrenza. Continua a fare molto caldo e ci avviciniamo a mezzogiorno: la giornata infatti ci ha regalato un sole pazzesco ed un cielo senza nuvole e senza vento. Così, un passo dopo l’altro nella solitudine del nostro sentiero, comincia a sfiorarci un’idea. Cominciamo infatti a pensare di salire direttamente fino al Mirador Las Torres, senza aspettare il giorno seguente come da programma. Questo ovviamente per approfittare delle condizioni climatiche estremamente favorevoli. Prima di partire ero molto preoccupato, perchè le 3 torri sono spesso coperte da fitte nubi che ne impediscono la vista, e potrebbero rendere vana la salita fino al Mirador Las Torres.

Così acceleriamo un po’ il passo, lusingati da questa idea, e ci accorgiamo di essere in anticipo di circa un’ora e mezza sul nostro programma: le torri sono sempre più vicine! L’ultimo tratto di salita verso il rifugio Chileno è abbastanza ripido, ed il caldo umido e quasi afoso non aiuta certamente. Qualche dubbio si insinua nella mia testa, in fin dei conti siamo in cammino da più di 6 ore e ne abbiamo altre 5 davanti a noi. Poi cominciamo ad intravedere il rifugio Chileno in lontananza, e allora ripartiamo più spediti di prima!

Rifugio chileno torres del paine
In lontananza comincia ad intravedersi il Rifugio Chileno, anche se non si nota dalla foto!

Refugio Chileno – Mirador Las Torres

Arriviamo al rifugio e parliamo con un ragazzo della reception che ci indica la strada verso la nostra tenda. Ci consiglia di fare veloci, e metterci subito in cammino verso il mirador Las Torres. Ci avverte infatti che “in Patagonia puoi partire con il sole ed il cielo azzurro e arrivare in cima due ore dopo sotto il diluvio!”. Così lasciamo i nostri zaini nella tenda e ripartiamo verso le 14:30 con il nostro obiettivo chiaro in testa.

Il tratto di salita verso il Mirador Las Torres dura circa due ore ed è abbastanza impegnativo, ma non così tanto come avevamo letto nelle guide prima di partire. Più che altro, incontriamo più persone e comitive qui che in ogni altra parte del parco. Il sentiero non è molto “silenzioso”, è percorso da molte persone che stanno tornando dalla loro escursione giornaliera alle torri. L’escursione alle 3 torri infatti è un pacchetto ricorrente che viene proposto per visitare il parco in giornata da Puerto Natales: il sentiero parte direttamente dall’ingresso del parco all’hotel Las Torres e raggiunge il mirador Las Torres in circa 4 ore e mezza di cammino. Diciamo che in questo tratto sentiamo la mancanza dei silenzi e profumi delle sponde del Lago Nordenskjöld.

Il sentiero che separa il refugio Chileno dal Mirador, attraversa nel primo tratto una zona di boscaglia e piccoli torrenti. Dopo circa un’ora si raggiunge la Guarderia Torres, che ospitava una piccola zona di campeggio, attualmente chiusa al pubblico. Da questo punto comincia l’ultimo tratto di impegnativa salita lungo la pietraia del Mirador: in 1 km infatti si percorrono in salita quasi 400 metri di dislivello (1 ora di cammino). In questo tratto l’emozione sale, perché si intravedono le cime delle torri: sono davvero molto più imponenti di quanto immaginavamo.

Arriviamo così al Mirador Las Torres, e il lago è di un colore incredibile che ci lascia senza fiato.

Torres del Paine Patagonia cilena
Mirador Las Torres

Restiamo al Mirador ad ammirare le torri e a riposarci per circa un’ora. Si trattava del luogo più atteso di tutto il viaggio, e non ha assolutamente deluso le nostre aspettative. L’imponenza delle torri suscita stupore, nonostante avessimo visto numerose foto prima di partire. Gli strati bianchi di ghiaccio sotto le torri si sciolgono e vediamo alcuni blocchi che scivolano verso il lago, lasciando le scie scure sulla parete nord del lago stesso.

Restiamo tra gli ultimi al Mirador, finché un ranger del parco costringe noi e le poche persone rimaste a cominciare la discesa. Nel frattempo, il cielo azzurro è stato gradualmente nascosto da bianche nuvole.

Parco Torres del Paine Mirador trekking

Torniamo così al refugio Chileno, completamente soddisfatti per aver completato tutto l’itinerario ed aver già visto le 3 torri. Così ci concediamo una birra fredda al bar del refugio. In quest’occasione conosciamo Juan Pablo, un ragazzo cileno di Puerto Montt che accompagnava un gruppo di turisti tedeschi nel trekking W. Ci dà alcuni buoni consigli per affrontare il nostro prossimo obiettivo: la salita in notturna alle torri per ammirare l’alba.

La sera infine ci concediamo una cena calda nel rifugio, a base di minestra di verdure ed un piatto principale di spezzatino di carne. Qui conosciamo invece Ling Li, una ragazza di Taiwan che viaggiava in solitaria. Ci ha molto colpito la sua storia e ci racconta di aver scelto la Patagonia come destinazione perché l’anno precedente aveva percorso, sempre da sola, l’Inca Trail in Perù: ecco un’altra idea di viaggio da tenere nel cassetto..

Termina così il nostro secondo giorno nel Parco Torres del Paine, incredibile e soddisfacente: una giornata del genere è valsa l’intero viaggio! Ma non è ancora finita: andiamo a dormire abbastanza presto verso le 22, perché la sveglia è puntata all’una di notte. Siamo di nuovo pronti a partire per le torri, ma questa volta al chiaro di luna e sotto un cielo pieno di stelle. Il nostro racconto prosegue nel terzo articolo del racconto di trekking al Torres del Paine!

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