Il parco nazionale Torres del Paine si trova secondo noi al primo posto tra le cose da vedere nella Patagonia cilena. Lo abbiamo scoperto un po’ per caso, cercando informazioni sul Cile e sulla Patagonia, ma una volta viste le prime foto ho pensato: dobbiamo assolutamente andarci! Se siete alla ricerca di un’esperienza nella natura incontaminata, facendo trekking ed ammirando cime maestose, il Parco Nazionale Torres del Paine fa per voi!
Il nostro itinerario di trekking
Il Torres del Paine è famoso per i suoi percorsi di trekking e rappresenta per questo la meta ideale per molti escursionisti. All’interno del parco si trovano percorsi adatti a tutti, da percorrere in giornata o in più giorni. Se volete optare per un trekking di più giorni vi consigliamo di organizzarvi con molto anticipo, soprattutto per quanto riguarda la prenotazione di campeggi e rifugi. Se volete maggior informazioni, vi rimandiamo al nostro articolo che contiene tutti i dettagli per organizzare un trekking al Torres del Paine in Patagonia.
Avendo a disposizione 3 giorni nel Parco Nazionale Torres del Paine, abbiamo organizzato il nostro itinerario in modo tale da toccare i luoghi principali del parco. In 3 giorni infatti non siamo purtroppo riusciti a vedere tutto il parco. Abbiamo fatto delle scelte e siamo arrivati a definire il nostro percorso in base queste. Avevamo chiara in mente la meta finale, simbolo del parco con le 3 torri che svettano nel cielo: il Mirador Las Torres da raggiungere all’alba del terzo giorno! Ma andiamo con ordine, e partiamo con il racconto dettagliato del nostro itinerario di trekking nel Parco Nazionale Torres del Paine.
Giorno 1 – arrivo al Parco Nazionale Torres del Paine
Partenza in pullman da Puerto Natales
Il nostro percorso inizia il 25 Dicembre, proprio a Natale! Arriviamo al Torres del Paine in pullman da Puerto Natales. La partenza è alle 7 di mattina, in una giornata molto nuvolosa. Lasciamo molto presto il nostro ostello dopo una ricca colazione a base di frutta secca, pane, marmellata e yogurt. Usciti dal nostro ostello ci incamminiamo verso la stazione dei pullman. La cosa bella è che lungo la strada si aggiungono a noi altri escursionisti, tutti riconoscibili per l’enorme zaino che portano in spalla! Tutti si accodano gli uni agli altri, in un silenzio quasi religioso, tutti stranieri e sconosciuti, ma legati in qualche modo e solo per qualche momento. La stazione del pullman è affollata, ma non così tanto. Sinceramente, dopo aver letto online prima di partire che il Parco Nazionale Torres del Paine era molto turistico e affollato, mi sarei aspettato molte più persone.
Laguna Amarga – Pudeto
Il tragitto in pullman dura circa 2 ore, fino ad arrivare all’ingresso del parco situato a Laguna Amarga. Qui scendiamo tutti dal pullman ed entriamo in un piccolo edificio per il controllo/pagamento degli ingressi. Noi, avendo prenotato e pagato l’ingresso al parco online, abbiamo saltato la coda, neanche così lunga a dire il vero. Abbiamo dedicato un po’ di tempo a studiare la cartina del parco che ci aveva consegnato il personale del parco. Utile e divertente il disegno che troviamo in una bacheca dell’ingresso: come si vede nella foto, i pupazzi di neve non sono un buon auspicio, ma dopotutto è Natale!

Torniamo sul pullman, diretto ora alla fermata di Pudeto, che si affaccia sul Lago Pehoe. Questo tratto di circa mezz’ora è su una strada sterrata con molti saliscendi, ma le prime viste sul massiccio del Paine sono già emozionanti!

Lago Pehoe – Mirador Salto Grande
Arrivati a Pudeto, dobbiamo proseguire attraversano il lago Pehoe, in catamarano! La partenza del catamarano è ogni mattina alle 11. Ci mettiamo in coda, e ne approfittiamo per pranzare con i nostri primi panini al prosciutto portati da Puerto Natales! Dopo una breve attesa, non riusciamo a salire al primo giro perché il catamarano si era già riempito, più o meno con un’ottantina di persone. Lo staff a bordo ci comunica quindi che il catamarano tornerà indietro un’ora dopo, verso le 12. A quel punto noi, e tutti gli altri rimasti a piedi, ci rimettiamo in coda. La prospettiva di restare fermi seduti per un’ora non ci ispira molto, così decidiamo di rischiare il nostro posto in coda. Iniziamo a camminare verso un punto panoramico che avevamo notato nella mappa del parco, e che vi consiglio di non perdere.
A breve distanza da Pudeto, circa 15 minuti a piedi, si può infatti ammirare il Salto Grande, punto in cui si trova una fragorosa cascata che si riversa nel lago Pehoe. Si tratta del Mirador Salto Grande, raggiungibile anche direttamente in auto da Laguna Amarga, e per questo abbastanza affollato. Al Mirador Salto Grande gli spruzzi della cascata vengono sospinti dal fortissimo vento patagonico! Si mescola così il rumore dello scroscio dell’acqua al soffio violento del vento che quasi ci sposta mentre stiamo camminando.

Dopo il vento patagonico, incontriamo subito un’altra icona del parco che tanto aspettavamo: i Guanaco! Questi camelidi, che vivono allo stato selvatico in Sud America tra Perù, Ecuador, Cile e Argentina, sono comunemente avvistati nel Parco Nazionale Torres del Paine. Un piccolo branco infatti si trovava proprio a pochi passi dal Mirador Salto Grande.

Qui sotto invece un altro guanaco solitario, immortalato tra lo spettacolo dei Los Cuernos del Paine che sbucano in mezzo alle nubi dall’alto dei loro 2.600 metri di altezza. Traducendo letteralmente dallo spagnolo, si tratta di “corna” di roccia. Sono composte da granito, roccia magmatica intrusiva che si vede nello strato inferiore grigio chiaro, e strati di roccia sedimentaria più scura in alto. In modo particolare vediamo dalla foto il North Horn sulla sinistra ed il East Horn sulla destra.

E così ci siamo già innamorati di questo parco, dopo aver camminato per neanche mezzora. Torniamo indietro a Pudeto molto soddisfatti e fortunatamente la coda di persone che aspettava il catamarano non era aumentata. Così, puntuali alle ore 12 saliamo a bordo per la traversata del lago. Nel catamarano si può sostare all’interno del deck principale, nei posti a sedere, o prendere posto sul tetto esterno. Noi ovviamente consigliamo la seconda opzione per godere al meglio del panorama. Infatti durante il tragitto in catamarano cominciava a spuntare il sole ed il cielo azzurro si faceva strada in mezzo nubi rivelando scenari incredibili. Nel corso della navigazione vi verrà poi chiesto di pagare il biglietto, abbastanza salato (cliccate qui per conoscere i costi e altri dettagli), all’interno del catamarano ed esclusivamente in contanti (dollari o pesos cileni).
Le viste dal lago ci lasciano nuovamente a bocca aperta, prima di fronte al monte Almirante Nieto (2.670 mt.), che prende il nome da Francisco Nieto, ammiraglio della marina cilena che navigò tra i fiordi della regione di Ultima Esperanza fino a raggiungere il Massiccio del Paine e fotografarlo nel 1898. Poi di nuovo i famosi Los Cuernos del Paine, ed infine la punta Bariloche (3.050 mt.): Bariloche che, nella lingua Mapuche dei nativi amerindi della Patagonia, significa “popolo che abita dietro la montagna”.

Rifugio Paine Grande – Lago Skottsberg – Campamento Italiano (2,5 h – 7,5 km)
Dopo circa mezz’ora in catamarano, arriviamo a destinazione al rifugio Paine Grande. Da qui parte il nostro percorso a piedi verso est, in direzione del Campamento Italiano. Dopo solo qualche minuto a piedi ci troviamo da soli, nonostante fossimo scesi dal catamarano insieme alle altre 80 persone. Questo perché solitamente dal Paine Grande si parte a piedi verso ovest, andando a raggiungere il Ghiacciaio Grey, che noi non siamo riusciti ad includere nell’itinerario. Abbiamo fatto questa scelta a causa dei tempi ristretti e perché avevamo incluso nel nostro viaggio la visita al ghiacciaio più famoso del Sud America: il Perito Moreno in Argentina.
Come scrivevo, il lato positivo di questa scelta è che ci troviamo, davvero, completamente soli a camminare. In tutto sono due ore e mezza, che separano il Paine Grande dal Campamento Italiano, distanti tra loro 7,5 km. Questo è un tratto poco impegnativo e con poco dislivello, leggermente in salita. Durante il tragitto, il cielo torna ad annuvolarsi e lascia cadere qualche goccia di pioggia. Poco dopo, il sole torna invece a scaldare il nostro cammino e ci guida verso il Lago Skottsberg e le sue acque di color blu cobalto. Il clima cambia velocemente, dal sole che scotta e che ci permette di restare in t-shirt a maniche corte, fino alle fredde correnti di vento che ci fanno indossare di nuovo le nostre giacche antivento.

Campamento Italiano – Glacier Francés – Mirador Francés
Una volta superato il lago Skottsberg, arriviamo al Campamento Italiano. Si tratta di una zona di campeggio gratuito, dove si trova una piccola struttura in cui vive un ranger del parco. Proprio lui ci consiglia di lasciare gli zaini nella zona di custodia presso la struttura e partire a piedi verso il Mirador Francés, raggiungibile in un’ora e mezza circa di salita. Questa volta la salita è vera, e può diventare impegnativa se non si è allenati.
Riempiamo le nostre bottiglie di acqua nel torrente che scorre vicino al campeggio. Ovviamente non consiglio di bere quest’acqua senza le dovute precauzioni, perchè potrebbe causarvi facilmente dei malori di stomaco. Noi abbiamo usato delle pastiglie disinfettanti che si scioglievano nell’acqua, e siamo stati tranquilli senza avere mai alcun tipo di problema.
Ripartiamo così alleggeriti, portando con noi solo uno zainetto leggero per l’acqua e le giacche. Arriviamo al punto panoramico del Francés dopo circa 1 ora e mezza di salita e 400 metri di dislivello. Il panorama si estende sul Lago Nordenskjold, che avremo poi modo di osservare da vicino il giorno seguente. Da qui si ammira anche un sorprendente ghiacciaio situato sulla parete est del Cerro Paine: il Glacier Francés. Riusciamo per un pario di volte a sentire in lontananza il frastuono provocato dai pezzi di ghiaccio che si staccano dal ghiacciao.


Il sentiero poi proseguirebbe per un’altra ora e mezza in salita fino al Mirador Britannico, ma il ranger ci aveva sconsigliato di proseguire oltre il Francés. Infatti noi siamo arrivati al Campamento Italiano verso le 16, mentre l’orario limite per partire verso il Britannico sono le 15 di pomeriggio. Infatti, partendo dopo le 15, si corre il rischio di trovarsi al buio, considerando 3 ore di andata più il ritorno.
Campamento Italiano – Campamento Francés
Terminiamo la nostra prima entusiasmante giornata al Parco Nazionale Torres del Paine con un breve tragitto di mezzora dal Campamento Italiano al Campamento Francés, dove avevamo prenotato per la notte. Questa ultima mezzora copre una distanza di 2 km circa in leggera discesa. Dopo un breve percorso in mezzo ad una fitta vegetazione, sbuchiamo nel bel mezzo del campeggio senza quasi accorgercene. Da questo punto di vista infatti l’impatto visivo delle zone di alloggio è sicuramente minimo. I vari refugios e campeggi sono infatti perfettamente integrati all’interno della vegetazione, senza deturpare l’ambiente circostante.
Approfittiamo subito della possibilità di farci una doccia calda nei bagni del campeggio. Poi ci sistemiamo nella nostra “plataforma full equipo” per la cena. La “plataforma” altro non è che una tenda montata su di una piccola struttura di supporto in legno. All’interno della tenda troviamo i nostri sacchi a pelo che abbiamo dovuto richiedere al sito di prenotazione Fantastico Sur (leggete in questo articolo come prenotare gli alloggi al Torres del Paine), visto che i nostri non erano arrivati in aeroporto a Santiago!

E così con questa foto termina la nostra prima giornata! Una piccola tenda arancione in un campeggio immerso nel verde e nelle rocce granitiche di uno dei parchi più belli di tutta la Patagonia: il parco nazionale Torres del Paine! Il racconto prosegue con il secondo giorno.