Il GR20 è un percorso di trekking che attraversa tutte le montagne della Corsica e e può essere percorso in circa 2 settimane. Un percorso di trekking di 200 chilometri, che può essere percorso da Nord verso Sud o viceversa e può inoltre essere spezzato in due. Si può infatti percorrere solo il GR20 Nord in circa una settimana ed il GR20 Sud in altrettanto tempo. Le località di riferimento sono infatti: Calenzana, per la partenza a Nord, Conca per l’arrivo a Sud ed infine Vizzavona che rappresenta il punto a metà percorso, dove termina il GR20 Nord o dove inizia il GR20 Sud.
Noi abbiamo percorso tutto il GR20 da Calenzana a Conca in 11 giorni, come potete leggere in questo articolo che racconta i dettagli generali su come affrontare il GR20(cliccate qui). Qui invece vi racconteremo degli scenari e delle tappe della prima parte del percorso: i primi 6 giorni sul GR20 Nord e i suoi 100 km, considerati la parte forse più difficile ed emozionante dell’intero GR20. Seguirà poi un secondo articolo relativo alle tappe nel Sud del GR20. Abbiamo voluto dividere il nostro percorso in due articoli, così da darvi tutte le indicazioni possibili relativi alle varie tappe: chilometri, dislivelli, tempi di percorrenza, impressioni, racconti di viaggio e difficoltà.
Trekking sul GR20 Nord
Giorno 1 – da Calenzana al Rifugio d’Ortu di u Piobbu
- 12 km
- 1.550 m di dislivello in salita e 235 m in discesa
- 7 h di percorrenza
- Acqua: Pochi ruscelli solo all’inizio del percorso. Consiglio di portarvi acqua a sufficienza per affrontare tutto il tragitto fino al Rifugio d’Ortu di u Piobbu dove si trova una sorgente.
Il primo giorno di trekking GR20 è molto impegnativo: si devono infatti affrontare circa 1.550 metri di dislivello in salita. Inoltre, si cammina ancora a quote basse, partendo da Calenzana che si trova a soli 250 m sul livello del mare. E’ pertanto fondamentale partire la mattina molto presto, per evitare le temperature elevate di metà giornata. Noi siamo partiti molto presto, alle 6:00 di mattina, e siamo rimasti da soli sul percorso per più di un’ora.
Scrambling
Nonostante il dislivello in salita elevato, la prima giornata non presenta particolari problemi, a parte un tratto roccioso circa a metà del percorso, dove abbiamo iniziato a capire il significato del termine inglese “scrambling“, che ci avrebbe poi accompagnato per tutto il GR20. Prima di partire avevo infatti letto la guida “The GR20 Corsica: The High Level Route”, scritta in inglese, che vi consiglio caldamente (cliccate qui per trovarla su Amazon). Proprio in questa guida compariva spesso il termine “scrambling”, che letteralmente significa inerpicarsi o arrampicarsi (che in realtà si traduce meglio in climbing). Il GR20 è un sentiero di trekking, pertanto non ci sono tratti di ferrata o arrampicata, però l’autore della guida voleva metterci in guardia perché ci sono veramente tanti tratti di scrambling, ossia tratti in cui non si cammina liberamente, ma in cui ci si inerpica sulle rocce, aggrappandosi con le mani ed utilizzando i piedi per far forza sulle ginocchia e spostarsi verso l’alto. Insomma: scrambling!

Insomma, la difficoltà del sentiero sono solamente le parti di scrambling, che in questo primo giorno sono però limitate a circa una mezz’oretta. Per il resto il sentiero parte molto tranquillo e sale gradualmente. Tutto sommato un dislivello per il quale ci eravamo ben allenati sulle Dolomiti prima di partire.

Rifugio d’Ortu di u Piobbu
La tappa numero 1 scorre via velocemente e alle ore 13:00 siamo già al Rifugio d’Ortu di u Piobbu: in totale camminiamo per 6 ore più 1 ora di pause varie. Il rifugio si presenta malamente, visto che l’edificio originale era stato distrutto da un incendio a Maggio 2019. Così l’accoglienza e la cucina si trovano in 2 container “d’emergenza”. Lo spazio per le tende è molto vasto e si può godere di una vista molto panoramica, che diventa stupenda con i colori del tramonto.

Giorno 2 – dal Rifugio d’Ortu di u Piobbu ad Ascu Stagnu
- 18 km
- 1.540 m di dislivello in salita e 1.670m in discesa
- 11 h di percorrenza
Il secondo giorno decidiamo di approfittare di una variante del GR20 per guadagnare un giorno di percorso. In questo modo riusciamo ad accorpare due tappe:
- dal rifugio d’Ortu di u Piobbu al rifugio de Carrozzu (circa 4 ore e mezza)
- dal rifugio de Carrozzu ad Ascu Stagnu (circa 6 ore e mezza)
Nel primo tratto, da Ortu di u Piobbu al Carrozzu, il sentiero ufficiale del GR20 prosegue in cresta su di un sentiero per circa 6 ore e mezza. La variante che abbiamo scelto noi invece scende di 960 m di dislivello verso la vallata di Bonifatu per poi risalire di 660 m fino al rifugio de Carrozzu, risparmiando 2 ore di trekking. In questo modo ci restava poi il tempo di proseguire fino ad Ascu Stagnu per altre 6 ore e mezza ed arrivare in serata prima che facesse buio.
Da Ortu di u Piobbu al Rifugio Carrozzu
Percorso da 4 ore e mezza con le prime due ore e mezza di tranquilla discesa ed altre due ore e mezza di risalita verso il rifugio. Tratto semplice e tranquillo, che si sviluppa sempre all’interno di un folto bosco.
Al Rifugio Carrozzu ci fermiamo per una pausa per mangiare il pranzo al sacco che ci avevano preparato al rifugio d’Ortu di u Piobbu e poi ripartiamo.

Dal Rifugio Carrozzu ad Ascu Stagnu
Ripartiamo per affrontare un tratto decisamente più impegnativo: dal rifugio Carrozzu si prosegue in salita per altri 860 m di dislivello che si sviluppano su un terreno aspro e roccioso. Qui si va di scrambling pesante! Bisogna affrontare le Spasimata Slabs, delle pareti rocciose estremamente lisce, da affrontare con condizioni meteo perfette. In caso di pioggia infatti queste pareti diventano una trappola mortale, a causa del pericolo di scivolamento. Si procede quindi molto lentamente in salita, ed in alcuni tratti ci si può tenere ad una corda metallica come supporto.

Dopo la salita, si affronta una discesa di soli 710 m verso Ascu Stagnu, piccolissimo centro sciistico nel periodo invernale. In lontananza si vedono pure gli edifici del “paesino”: un hotel, il rifugio ed un edificio nei pressi dello skilift. Pur vedendo l’arrivo, la discesa sembra non finire mai! E’ un continuo scendere su massi e rocce, non c’è una traccia di sentiero definita, ma solo i segnali bianchi e rossi da seguire. Si scende lentamente, semplicemente perché non si può camminare! Ci si appoggia alle rocce e si scende, aggrappandosi ai massi, puntando i bastoncini oppure, nei tratti più alti, sedendosi per terra e facendo scendere le gambe alla loro massima estensione.
Ascu Stagnu è una meta ambita lungo il trekking del GR20, proprio perché c’è un bell’hotel con ristorante e vicino una panineria/griglieria, dove divoriamo un panino con carne di hamburger delizioso! Per dormire invece montiamo la tenda nei pressi del rifugio, dove facciamo la prima doccia del nostro GR20, ed era pure calda!
Giorno 3 – da Ascu Stagnu ad Auberge U Vallone
- 9 km
- 1.250 m di dislivello in salita e 1.230 m in discesa
- 10h di percorrenza
La giornata più dura in assoluto: non tanto per il dislivello o la lunghezza, ma per via del dolore al ginocchio che si fa sentire tantissimo lungo tutta la salita. Da Ascu Stagnu infatti si prosegue per 4 ore tutte in salita per 1.200 m di dislivello fino ad arrivare alla Punte des Eboulis, a 2.607 m, il punto più alto di tutto il GR20. Vicino si trova la sommità del Monte Cinto a 2.706 m, il mote più alto di tutta la Corsica. Purtroppo impieghiamo quasi 5 ore a salire e quindi non avevamo più tempo a disposizione per la deviazione fino alla sommità del Cinto (che vi consiglio di fare); in più le fitte al ginocchio sinistro non mi permettevano di proseguire molto in salita, visto che ci attendevano altre 4 ore almeno in discesa.
La salita è impegnativa, soprattutto nel primo tratto estremamente roccioso, dove bisogna arrampicarsi, come al solito, sulle rocce. E’ proprio qui che comincio a sentire un forte dolore al ginocchio sinistro, e la paura di non poter continuare è tanta. Poi per fortuna, proseguendo piano piano, il dolore diventa sopportabile, finché diventerà più leggero nei giorni seguenti.


Bergerie du Vallone
Allo stesso modo la discesa verso la Bergerie du Vallone è comunque faticosa e se non avessi avuto i bastoncini avrei sofferto ancora di più per le ginocchia. La Bergerie du Vallone non è un rifugio vero e proprio in quanto non è registrato come rifugio del parco nazionale della Corsica, ma qui mangiamo una delle migliori cene di tutto il GR20: zuppa, omelette, formaggio di capra tutto estremamente squisito! Abbiamo preferito fermarci qui piuttosto che al precedente Rifugio Tighjettu (mezz’ora prima del du Vallone) che ci sembrava troppo “affollato” (affollato è un termine relativo, visto che ci saranno state al massimo 30 persone per rifugio).

Giorno 4 – da Bergerie du Vallone a Castel di Vergio
- 15 km
- 850 m di dislivello in salita e 870 m in discesa
- 6 ore di percorrenza
In questa giornata ce la siamo presa comoda! Non abbiamo accorpato più tappe insieme, perché volevamo smaltire la fatica del giorno precedente, e valutare le condizioni del mio ginocchio. Così questa giornata ci presentava solo 850 m di dislivello in salita, molto tranquilli e senza tratti eccessivamente difficili.
Rifugio de Ciottolu di I Mori e le piscine naturali
Poi si raggiunge il rifugio de Ciottolu di I Mori, dopo circa 3 ore di cammino dalla Bergerie du Vallone. Al Ciottol di I Mori pranziamo con i panini che ci eravamo fatti preparare dalla Bergerie du Vallone: charcuterie (salumi) e ancora formaggio di capra, che scoperta! In questo tratto la vista è stupenda, si riesce infatti a vedere il mare e la costa ovest della Corsica. Fa molto caldo, quindi sogniamo di immergerci in quelle lontane acque cristalline.

Il nostro sogno si realizza poco più tardi quel pomeriggio! Dopo una semplice discesa arriviamo in una stupenda vallata attraversata da un fiumiciattolo che ha scavato delle splendide piscine naturali di acqua cristallina: le rock pools! Ci fermiamo così in una di queste pozze e incontriamo due ragazzi e due ragazze tedesche che si divertivano a fare dei tuffi. Li seguiamo e ci tuffiamo anche noi nell’acqua gelata e limpida di queste pozze d’acqua! Il pomeriggio trascorre così tranquillo e rilassato e la preoccupazione del giorno precedente è svanita del tutto.

Castel di Vergio
Dopo una lunga pausa rigeneratrice, ripartiamo verso Castel di Vergio. Qui il sentiero raggiunge una strada asfaltata che porta proprio all’Hotel Castel di Vergio, dove per i trekkers c’è la possibilità di dormire in una stanza d’albergo. Noi ci dirigiamo invece al vicino campeggio dove montiamo la tenda. Sconsigliamo di mangiare al ristorante dell’albergo, per via dei suoi prezzi esagerati: troverete tutto il necessario per la cena nel piccolo supermercato del campeggio.
Giorno 5 – da Castel di Vergio al Rifugio Petra Piana
- 27 km
- 1.650 m di dislivello in salita e 1.215 m in discesa
- 13 ore di percorrenza
Un’altra giornata molto dura di trekking sul GR20: anche in questo caso abbiamo accorpato due tappe:
- da Castel di Vergio al Rifugio Manganu (circa 5 ore e mezza)
- dal Rifugio Manganu al Rifugio Petra Piana (circa 7 ore e mezza)
Rifugio Manganu
La giornata si prospetta molto lunga e per questo alle 5 siamo già in cammino. Il primo tratto fino al Manganu non presenta particolari difficoltà: è caratterizzato solamente da 670 m di dislivello in salita ed un lungo tratto di camminata è quasi in piano sul terreno acquitrinoso vicino al Lac du Nino. Qui si trovano numerosi animali, tra cavalli e mucche al pascolo, ma anche davvero tante mosche e vespe! Arriviamo quindi al Rifugio Manganu abbastanza facilmente quando sono solo le 10:30 di mattina. Facciamo una breve sosta per ricaricarci di acqua e di scorte di cibo e partiamo verso il Rifugio Petra Piana.

Lac du Capitellu e Lac du Melo
A nostro avviso questo è il tratto più scenografico dell’intero GR20. Si percorre un sentiero roccioso quasi sempre in cresta, molto difficile e faticoso per il solito scrambling, ma veramente remunerativo in termini di panorami. Ci aspettano altri 980 m di dislivello in salita e 740 m in discesa.

Si parte dal Rifugio Manganu per una ripida salita di 3 ore fino alla Bocca a e Porte (2.225 metri). Qui ci fermiamo a mangiare in cima i nostri panini al formaggio. Comincia poi un tratto di continuo saliscendi roccioso, molto difficile e dove addirittura dobbiamo toglierci lo zaino per passare in alcuni spazi rocciosi. La vista però è spettacolare: il Lac du Capitellu (1.930 m) e il Lac du Melo (1.711 m) rendono il panorama unico (dalle foto i due laghi sembrano alla stessa altitudine ma in realtà il Capitellu è più alto!).


Rifugio Petra Piana
Nel tratto seguente si prosegue in cresta sopra i laghi, saltando letteralmente da una roccia all’altra e arrampicandosi. Si passa così da Bocca a Soglia (2.052 m) e Bocca Renosa (2.150 m) per vedere il Lac du Renosu giù in basso. Il percorso sembra non finire più, è stato veramente lungo, e mancava ancora da raggiungere in salita la Bocca Muzzella (2.200 m). Leggendo queste altitudini il dislivello tra una “Bocca” e l’altra sembra ridicolo, ma in realtà il saliscendi è molto più accentuato e reso difficile e faticoso dal terreno impervio. Da Bocca Muzzella si prosegue e l’ultimo tratto di un’oretta ci conduce finalmente al Rifugio Petra Piana dopo circa un’oretta.

Arriviamo alle 18:00 di sera dopo 13 ore di trekking, una giornata estremamente difficile ma stupenda. Il Rifugio Petra Piana è in una posizione molto panoramica che ripaga di tutto lo sforzo fatto. Anche la cena non è per niente male: zuppa di lenticchie e salsiccia, birra, bacon, formaggio, pane e frutta sciroppata. Siamo pronti per crollare nel sacco a pelo!

Giorno 6 – dal Rifugio Petra Piana a Vizzavona
- 22km
- 1.170 m di dislivello in salita e 2.090 m in discesa
- 13 ore di percorrenza
Altra giornata molto lunga di trekking, in cui accorpiamo due tappe consecutive. Lo so, siamo stati un po’ masochisti, ma le previsioni del meteo per i giorni a venire non erano delle migliori e quindi abbiamo voluto approfittare delle ultime giornate completamente di bel tempo per macinare più chilometri possibili. Le due tappe che attacchiamo di seguito nel sesto giorno sono queste:
- da Rifugio Petra Piana al Rifuggio de l’Onda (circa 5 ore)
- dal Rifugio de l’Onda a Vizzavona (circa 8 ore)
Il primo tratto è semplice e tranquillo: si parte in discesa dal rifugio Petra Piana per 910 metri di dislivello negativo. Dopo si affronta una breve salita di 500 metri di dislivello positivo per raggiungere il Rifugio de l’Onda. Il sentiero è spesso coperto dal bosco e non si presenta molto roccioso.
Il secondo tratto invece è stato estenuante. Sulla carta non doveva essere difficile ed era previsto da percorrere in 6 ore, con una sola salita da 670 m di dislivello ed una discesa per 1.180 m. Nella realtà dei fatti ci abbiamo impiegato quasi 7 ore e mezza: un po’ perché era il secondo giorno di fila che camminavano per 13 ore, un po’ per le ginocchia e un po’ per la stanchezza. Ed anche perché la discesa verso Vizzavona è rocciosa ed aspra, e si procede molto lentamente logorandosi e appoggiandosi su ginocchia, rocce e bastoncini.
Vizzavona
Peccato, perché poco prima di arrivare a Vizzavona, c’erano di quelle piscine naturali da restarci un intero pomeriggio a far tuffi. Più precisamente, si trovavano dopo le Cascade des Anglais e prima di Vizzavona. Noi però arriviamo tardi, e dobbiamo proseguire verso Vizzavona prima che faccia buio.
Siamo arrivati così a metà del nostro GR20 e abbiamo superato la parte più difficile e rocciosa, il GR20 Nord! A Vizzavona ci concediamo una cena a base di entrecote e patatine fritte e poi montiamo la tenda al campeggio. Vizzavona è una tappa “lussuosa” del GR20: c’è una stazione, un paio di alberghi ed un paio di ristoranti.
GR20 Sud: le 5 tappe rimanenti nel prossimo articolo
E’ stata molto dura, soprattutto il quinto e sesto giorno prima di arrivare a Vizzavona, ma ce l’abbiamo fatta e siamo pronti per proseguire il GR20 verso Sud. Per arrivare alla fine a Conca mancano infatti ancora 100 km, di cui vi raccontiamo in questo articolo: Trekking GR20 in Corsica: le nostre tappe – Parte 2 – GR20 Sud (cliccate qui)