Il trekking verso la vetta del Piz Boè a 3.152 metri permette di ammirare i maggiori gruppi dolomitici: Marmolada, Catinaccio, Pelmo, Sassolungo, Tofane, Civetta, Sorapis. Un vero e proprio “balcone”, una terrazza panoramica a 360 gradi sulle meraviglie delle Dolomiti. Accessibile da Val Badia, Val di Fassa e Val Gardena, il Piz Boè è la cima più alta del gruppo del Sella, al confine tra le province di Trento, Bolzano e Belluno.
La cima del Piz Boè è considerata la più facile da raggiungere tra i “tremila” delle Dolomiti: si può infatti arrivare a quota 3.152 metri semplicemente camminando sui sentieri di trekking. Non è una passeggiata, anzi: si devono affrontare molte centinaia di metri di dislivello in salita. Se si vuole evitare questa fatica, una comoda seggiovia parte dal Passo Pordoi e conduce alla quota di 2.900 metri, da cui si può raggiungere facilmente la vetta del Piz Boè con appena 200 mt. di dislivello. Proprio per questo motivo, la parte finale del sentiero è molto, ma molto, affollata in estate.
Ecco che allora abbiamo deciso di evitare di salire dal Passo Pordoi e di provare, facendo molta fatica in più, ad affrontare la salita direttamente da Colfosco, in Val Badia. In questo articolo vi racconto quindi del nostro percorso di trekking alternativo per raggiungere la vetta del Piz Boè, molto lungo e impegnativo, con 1.920 metri di dislivello in salita, ma sicuramente remunerativo in termini di paesaggi e distanza percorsa. Da Colfosco, passando per il rifugio Pisciadù e arrivando al rifugio Boè, fino a salire sulla vetta finale del Piz Boè a 3.152 metri dove si trova il rifugio Capanna Fassa.
Itinerario di trekking da Colfosco alla cima del Piz Boè
- Sentiero 650+651+676: da Colfosco (Val Badia, provincia di Bozano) si raggiunge in auto l’Hotel Luianta (1.673 metri) dove si può parcheggiare a pagamento (proseguite un po’ lungo la strada che porta al passo Gardena e troverete degli spiazzi liberi e gratuiti). Da qui, si segue il sentiero 650 e poi il sentiero 651 lungo la Val Mezdì. Dal 651 si imbocca poi il sentiero 676 che conduce al rifugio Pisciadù (2.585 mt.) e all’omonimo lago. Ultimo tratto di salita “attrezzato” ma non classificato come ferrata. Da Colfosco al Pisciadù: circa 2 ore e 45 minuti
- Sentiero 666: dal Pisciadù si prende il sentiero 666, seguendo le indicazioni per il rifugio Boè (2.871 mt.), raggiungibile in circa 2 ore
- Sentiero 638: dal rifugio Boè si sale su un ripido sentiero che in circa 40 minuti porta alla cima del Piz Boè e al rifugio Capanna Fassa, 3.152 mt.
- Ritorno: seguendo lo stesso percorso dell’andata

Percorso totale:
- Dislivello: 1.920 metri in salita, 1.892 in discesa.
- Distanza: 18,69 chilometri
- Tempo di percorrenza: la salita da Colfosco fino alla cima del Piz Boè dura circa 5 ore e mezza (più un’ora di pausa). La discesa circa 4 ore e mezza (più un’ora di pause). Calcolate in totale circa 12 ore, comprese le pause. Noi siamo partiti la mattina alle 6 e siamo tornati a Colfosco verso le 18.
- Difficoltà: percorso dal dislivello molto impegnativo e da affrontare solo se adeguatamente allenati al trekking in montagna. Nella salita al rifugio Pisciadù c’è un tratto del sentiero 676 che è attrezzato con corde metalliche. Non si tratta di una ferrata, ma bisogna prestare molta attenzione e tenersi ben saldi alle corde, perché il sentiero è molto ripido. Dopo il Pisciadù si sale per arrivare in cima alla Val Setus. Anche in questa salita ci sono alcuni punti attrezzati ma non troppo difficili da affrontare.
Partenza da Colfosco
Si raggiunge la zona dell’Hotel Luianta, raggiungibile in 5 minuti di auto da Corvara, lungo la strada che conduce al Passo Gardena. Di fronte all’hotel Luianta si può lasciare l’auto in un parcheggio a pagamento (a pagamento dalle 8 alle 20, circa 4 euro per parcheggiare tutto il giorno). Invece, proseguendo lungo la strada del passo Gardena si trovano altri parcheggi gratuiti prima dei tornanti.
Sentiero 651+676: Val Mezdì e Val dei Bosli

Partiamo alle 6 di mattina seguendo il sentiero 650, in una splendida vallata verde che segue gli impianti di risalita di “Plans”. Brevemente si trovano i primi cartelli, e prendiamo la direzione del sentiero 651 verso il rifugio Pisciadù. All’inizio del sentiero 651 ci sono alcuni cartelli “intimidatori” che mettono in allerta sulla pericolosità del sentiero, da percorrere con attrezzatura alpinistica da ferrata. In realtà fanno riferimento al tratto finale del 651, che noi non percorreremo, che permetterebbe di arrivare direttamente al rifugio Boè senza passare dal Pisciadù. Essendo un sentiero così diretto, attraversa delle pareti rocciose molto ripide su ghiaione, da affrontare con attrezzatura (prima di partire avevo chiamato il gestore del rifugio Capanna Fassa che ci aveva sconsigliato di percorrere quel tratto).

Noi invece percorriamo il sentiero 651 in salita per poi deviare verso il sentiero 676 che conduce al Pisciadù. La salita lungo il 651 è molto piacevole ma costante. Si attraversa la spettacolare Val Mezdì e il sentiero sale con diverse curve seguendo il percorso del torrente. A questo punto ci si trova immersi nelle pareti rocciose del gruppo del Sella: il sentiero prosegue in leggera salita in una vallata rocciosa che ci porta all’incrocio con il sentiero 676.

Cominciamo allora a seguire il sentiero 676 che si addentra in salita nella rocciosa Val dei Bosli. In questo tratto si trovano alcuni punti attrezzati lungo il sentiero: ci si tiene ben saldi alle corde metalliche per risalire alcune pareti rocciose. Non si tratta di una ferrata, ma la salita è comunque ripida e bisogna prestare molta attenzione.

Una volta terminata questa salita, ci si apre davanti un nuovo tratto pianeggiante e roccioso. In lontananza vediamo il rifugio Pisciadù e tutto intorno a noi le cime rocciose del Sella fino ai verdi pendii della Val Badia. Arriviamo al rifugio dopo quasi tre ore di cammino e circa 900 metri di dislivello positivo. In queste tre ore di cammino troviamo solamente 3 persone in tutto il percorso.

Rifugio Pisciadù
Il rifugio Pisciadù è situato a 2.587 mt. (cliccate qui per il link al sito) ed è intitolato anche come rifugio Franco Cavazza, tenente degli alpini del CAI di Bologna. Si trova in una splendida posizione, affiancato da un lago dai colori meravigliosi, il lago Pisciadù.


Rifugio Boè
Dal rifugio Pisciadù si segue il sentiero 666 che comincia a risalire di fianco al lago e sotto la parete ovest della cima Pisciadù. La salita segue alcuni tratti attrezzati che permettono di superare in tranquillità alcuni tratti rocciosi. Ad un certo punto si giunge ad un bivio: da un lato si prosegue verso la cima Pisciadù mentre dall’altro si continua verso il rifugio Boè. Dev’essere una bella escursione proseguire verso la cima Pisciadù, arrivando a 2.985 mt. tramite un ripido sentiero. Il nostro obiettivo è invece il Piz Boè, e dopo una nuova salita salita arriviamo ad un punto da cui ammirare dall’alto la parte meridionale dell’altopiano del Sella, con la vista che si apre fino al Sasso Pordoi e alla cima del Piz Boè.



Da qui il trekking verso il Piz Boè ci porta in discesa lungo l’altopiano in una vallata rocciosa dall’aspetto lunare, nella Forcella d’Antersass (2.839 mt.). Dopo la discesa, si arriva con una breve e veloce salita al rifugio Boè, a 2.871 mt. Arriviamo al rifugio Boè dopo 2 ore di cammino dal Pisciadù.



Al rifugio c’è molta confusione, con una fila di persone che arrivano ininterrottamente dal Sasso Pordoi, dove arriva la funivia. Questo tratto di percorso è sicuramente meno attraente rispetto alla prima parte della mattinata, molto più tranquilla. Nonostante ciò, proseguiamo con la voglia di arrivare in cima!
Rifugio Capanna Fassa in vetta al Piz Boè
La salita dal rifugio Boè al rifugio Capanna Fassa, posto sulla cima del Piz Boè è molto ripida ma non presenta particolari difficoltà. Più che altro bisogna fare attenzione e ci si trova in coda in alcuni punti, visto che ci sono tante persone che percorrono questo sentiero.

Raggiungiamo la cima del Piz Boè in 40 minuti di salita dal rifugio Boè e la vista è incredibile.


Ci fermiamo poco tempo e poi ripartiamo, dato che il rifugio Capanna Fassa era pieno di persone. Ammiriamo in lontananza anche il massiccio del Catinaccio, con i ricordi ancora freschi delle Torri del Vajolet raggiunte qualche settimana prima (leggete in questo articolo del nostro trekking ad anello di 2 giorni nel gruppo del Catinaccio)
Ritorno
Per tornare a Colfosco si percorre lo stesso sentiero dell’andata, camminando per 4 ore e mezza, più un’oretta di pause, nel nostro caso. Anche in questo caso, è bello ritornare nella pace e solitudine della Val Mezdì, sempre meno affollata della zona del Sasso Pordoi.

Quando andare
Noi abbiamo effettuato questo trekking al Piz Boè ad inizio Agosto: il periodo migliore è sicuramente l’estate. L’unica pecca è che in questo momento dell’anno troverete sicuramente affollata la vetta del Piz Boè. Per questo forse è preferibile tentare la salita a settembre o giugno (se andate a giugno informatevi preventivamente sulle condizioni dei sentieri visto che la stagione del trekking è solo all’inizio). In ogni caso, per il periodo e l’affollamento, valgono le stesse considerazioni fatte per altri trekking dolomitici famosi, come questo che vi raccontiamo alle Cinque Torri sopra Cortina.
Traccia GPS
- link per scaricare la traccia GPS del percorso di trekking da Colfosco alla cima del Piz Boè, sul portale outdooractive.com
- anteprima dal portale Komoot:
Complimenti ragazzi, lo stavo valutando anch’io, per farlo a settembre, ma caspita sono un sacco di ore, pensavo un po’ meno.
Penso che la mia idea verrà bocciata, però mi tengo il vostro articolo.
Ciao Lara, grazie mille per il commento! Un’alternativa più breve per raggiungere la cima del Piz Boè è la salita di circa 3 ore da Passo Pordoi (passando per il rifugio Forcella Pordoi), contando poi un tempo simile anche per la discesa (poco meno di 3 ore)
Ciao ragazzi, complimenti per il giro!
Secondo voi è possibile fare la parte “ferrata” anche con un cane a seguito? Un labrador, ha già fatto la salita al rifugio Re Alberto.
ciao Enrico, la parte di sentiero attrezzata con corde metalliche e scalette prima di arrivare al Rifugio Pisciadù è abbastanza impervia ed esposta (soprattutto i tratti con scalette dove ci si deve proprio aggrappare per salire). Non ci sentiamo pertanto di consigliare di percorrere questo tratto di itinerario con un cane, piuttosto potreste valutare la salita al Piz Boè partendo da Passo Pordoi!