Il sentiero di trekking che porta al Passo Vajolon ci conduce nello splendido scenario roccioso delle Dolomiti del Gruppo del Catinaccio. Il Passo Vajolon, situato a 2.560 metri di altitudine, è raggiungibile dal Rifugio Paolina, a sua volta raggiungibile dal paese di Carezza-Karersee vicino al famosissimo ed omonimo Lago di Carezza. Dal Passo Vajolon possiamo poi percorrere uno splendido percorso ad anello, raggiungendo anche il Rifugio Roda di Vael, camminando ai piedi delle pareti dolomitiche.
Tra le cose da fare se vi trovate in Val d’Ega o Val di Fassa, il sentiero di trekking che attraversa il Passo Vajolon vi porterà in uno scenario dolomitico mozzafiato, tra ghiaioni, torri e pareti rocciose. Inoltre il panorama spazia sempre su alcune delle cime più belle delle Dolomiti, tra cui Latemar, Marmolada, Sella e le Pale di San Martino!
Partiamo allora a descrivere in questo articolo come arrivare al Passo Vajolon dal Rifugio Paolina o dal Rifugio Roda di Vael!

Indice
Come raggiungere il Passo Vajolon dai rifugi Paolina e Roda di Vael: itinerario di trekking ad anello
- dal rifugio Paolina (2.125 m.) si segue il sentiero 552 nella direzione verso il Rifugio Coronelle. Dal 552 si svolta lungo il sentiero 9 verso il Passo Vajolon (2.560 m.), raggiungibile in circa 1 ora e 15 minuti dal rifugio Paolina
- si scende dal Passo Vajolon seguendo il sentiero 551 che diventa poi 541 sempre tenendo come direzione il Rifugio Roda di Vael (2.283 m.), che si raggiunge in circa 1 ora dal Vajolon
- per chiudere l’anello si segue il sentiero 549 e poi deviando sul 539 per tornare al rifugio Paolina (30 minuti dal Roda di Vael)

Percorso totale:
- Dislivello: 550 metri in salita ed altrettanti in discesa
- Distanza: 6 chilometri
- Tempo di percorrenza: calcolate in totale circa 3 ore per l’anello completo (escludendo le pause varie per foto, pranzo e altro)
- Difficoltà: il percorso presenta un livello di difficoltà medio, che si alza in alcuni passaggi prima di raggiungere il Passo Vajolon. Da segnalare infatti solamente alcuni punti di sentiero in questo tratto dove si trova un cordino metallico che facilita il passaggio, insieme ad una scaletta metallica.
Per raggiungere il Rifugio Paolina è possibile:
- prendere la seggiovia che parte dagli impianti di Carezza (seggiovia Paolina: trovate maggiori dettagli e dati aggiornati in merito a orari e prezzi qui https://carezza.it/it/Estate/Impianti-di-risalita)
- percorrere a piedi il sentiero 6A che dalla stazione a valle della seggiovia conduce al rifugio costeggiando la pista da sci invernale (circa 1 ora e mezza di salita per 450 metri di dislivello positivo, da aggiungere, compresa la discesa, al percorso totale descritto sopra – circa 3 ore complessivamente in più)
Partenza da Carezza-Rifugio Paolina per raggiungere il Passo Vajolon e Rifugio Roda di Vael
Il punto di partenza di questo itinerario ad anello del Passo Vajolon si trova presso la stazione a valle della seggiovia Paolina. Ci troviamo nella località turistica di Carezza, in Val d’Ega in Provincia di Bolzano. Vicino agli impianti si trova un ampio parcheggio gratuito per le auto, di cui trovate la posizione nella mappa qui sotto:
Come detto, da qui è possibile raggiungere il Rifugio Paolina o a piedi oppure velocemente in seggiovia (opzione scelta in questo caso per via di limiti di tempo a disposizione).
Rifugio Paolina
Dal Rifugio Paolina si imbocca il sentiero 552, ben segnalato ed evidente, che riporta la direzione verso il Rifugio Coronelle. Il sentiero si sviluppa al limitare di alcuni boschetti e per la maggior parte del tempo si procede a mezza costa lungo il pendio erboso scosceso ai piedi del fianco roccioso del Catinaccio. O, per meglio dire, lungo il fianco dell’antica scogliera triassica rappresentata dal massiccio Sciliar-Catinaccio.
Si tratta di un percorso dal forte interesse geologico, perché lungo il sentiero si cammina sempre a stretto contatto con le stratificazioni rocciose variegate e colorate, costituite dagli strati della formazione di Werfen, composti da arenarie ed argille rosse.

Proseguendo lungo il sentiero si mantiene inoltre una vista costante verso le pareti e le torri rocciose del Latemar:

Proseguendo lungo il sentiero la vegetazione si fa via via sempre più rada e si risale l’ultimo tratto del pendio erboso ai piedi del Catinaccio. Lasciamo il sentiero 552 (che porterebbe fino al rifugio Coronelle, diventando sentiero 549) e seguiamo invece la direzione del Passo Vajolon, indicato sui cartelli segnavia del sentiero 9.
Da qui in avanti si entra in uno scenario ancor più spettacolare, dove la roccia frastagliata la fa da padrone.


Si comincia a risalire il ghiaione ai piedi della Roda di Vael, che incombe sul sentiero in tutta la sua maestosità.


Passo Vajolon
La salita si fa a mano a mano più impervia, senza mai risultare tuttavia eccessivamente difficile.

Giungiamo così nella conca rocciosa che precede l’ultima salita verso il passo. Il sentiero è circondato dalla roccia, che crea una cornice estremamente scenografica, in una situazione tipica degli scenari dolomitici.
Alcune scalette, prima di legno e poi metalliche, agevolano il passaggio. In questi tratti è richiesto un passo fermo e sicuro, anche se non rappresentato punti di sentiero eccessivamente esposti.



Una volta giunti al passo, la vista si apre in maniera favolosa verso un panorama incredibile. Di fronte a noi al Marmolada, che si staglia in lontananza in secondo piano rispetto ad un enorme ed incombente blocco roccioso delle propaggini orientali del Catinacio di fronte a noi.


Dopo una breve pausa contemplativa al Passo Vajolon proseguiamo nella direzione del Rifugio Roda di Vael, imboccando il sentiero 551.

Ci troviamo così immersi in un ampio anfiteatro roccioso, con la chiarissima roccia del Catinaccio che ci circonda.

Rifugio Roda di Vael
Il sentiero prosegue in costante discesa senza tratti eccessivamente impegnativi, tranne una breve discesa su roccette su cui prestare un pò di attenzione, ma tutto sommato niente di complicato. La Roda di Vael è sempre protagonista in questo tratto di sentiero con la sua monumentale parete:

Si attraversa così un tratto decisamente scenografico, dove si incontrano pinnacoli e torrette rocciose, prima di raggiungere il comodo sentiero 541 che ci conduce nell’ultimo tratto panoramico prima del rifugio Roda di Vael.



Si raggiunge il rifugio di Vael nell’ultimo tratto di sentiero molto comodo e facile in leggera discesa. Questo tratto di sentiero risulta molto frequentato: dal rifugio Roda di Vael ci si collega infatti facilmente di nuovo al Rifugio Paolina tramite il sentiero 549, che non presenta nessuna difficoltà ed è in leggera discesa. Inoltre si mantiene sempre costante la vista panoramica, che si arricchisce di un primo piano notevole verso le pareti dolomitiche del Latemar. Ci troviamo nei pressi del monumento a Christomannos (che rappresenta un’aquila), un notevole avvocato che contribuì a sviluppare le prime forme di turismo nelle Dolomiti verso la fine del diciannovesimo secolo.

Termina così questo e splendido percorso di un trekking ad anello al Passo Vajolon nel Catinaccio. Se questo articolo vi è piaciuto, lasciateci un commento qui sotto oppure seguiteci sui social (Instagram, Facebook, Pinterest)!
Se siete alla ricerca di altre escursioni nella zona del Catinaccio in Val d’Ega vi consigliamo di visitare questa sezione del nostro blog, dove abbiamo raccolto i percorsi di questa categoria Focus On Trips – Val D’Ega oppure Focus On Trips – Gruppo Sciliar-Catinaccio
Traccia GPS
- link per scaricare la traccia GPS del percorso di trekking ad anello dal Rifugio Paolina al Passo Vajolon, sul portale outdooractive.com
Bello! Non lo conoscevo! Me lo segno, magari riesco già a farlo il prox week, neve permettendo 🙂
Eh si la neve in queste ultime due settimane settembrine va e viene con qualche spruzzata inaspettata: è sempre meglio consultare i rifugi per conoscere lo stato dei sentieri in questo periodo 🙂 ma abbiamo visto che siete riusciti a fare tutto il giro, nonostante la pioggia prevista in arrivo ieri! Bravi! 🙂
Andate solo se siete almeno sufficienti nell ‘escursionismo, altrimenti è una pericolosa tortura.
grazie per il commento! Diciamo che dipende dal livello di esperienza complessivo, perché effettivamente come scriviamo nell’articolo si trovano alcuni passaggi con cordino metallico e scalette metalliche/di legno, che non risultano tuttavia troppo esposti, ma vanno sicuramente affrontati con cautela e passo fermo e sicuro