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Rifugio Mulaz da Passo Rolle: trekking nelle Pale di San Martino

Il sentiero di trekking che porta al Rifugio Mulaz rappresenta una porta di accesso alle splendide Pale di San Martino. Il Rifugio Mulaz, situato a 2.571 metri di altitudine, è raggiungibile dal famoso Passo Rolle, vicino a San Martino di Castrozza nella Val di Primiero, passando dalla Baita Segantini e dalla splendida Val Venegia. Le Pale di San Martino sono il gruppo montuoso più esteso delle Dolomiti, caratterizzato da cime e torri rocciose incredibili.

Tra le cose da fare se vi trovate a San Martino di Castrozza o Fiera di Primiero, il sentiero di trekking che parte da Passo Rolle vi porterà tra i luoghi più iconici delle Pale. Da Passo Rolle raggiungiamo prima la Baita Segantini: splendida struttura montana ai piedi del Cimon della Pala, che si specchia nelle acqua del laghetto vicino alla baita. Poi attraversiamo l’incantata Val Venegia, ai piedi delle Pale, per raggiungere il Rifugio Mulaz. Da qui il panorama è incredibile verso alcune delle cime più belle delle Dolomiti, tra cui il Monte Civetta e il Cristallo.

Partiamo allora a descrivere in questo articolo come arrivare al Rifugio Mulaz dal Passo Rolle e dalla Val Venegia!

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Dal Sasso degli Arduini (2.524 metri) vicino al Rifugio Mulaz: la maestosa Cima del Focobon (3.054 metri) e a sinistra la Cima Campido (3.001 metri)

Come raggiungere il Rifugio Mulaz e Baita Segantini dal Passo Rolle: itinerario di trekking

  • da Passo Rolle (1.984 metri) si segue il sentiero, ben segnalato, che conduce alla Baita Segantini (2.200 metri) in circa 30 minuti di leggera salita
  • Da Baita Segantini si prosegue in discesa verso la Val Venegia seguendo il sentiero 710 che porta alle Sorgenti del Travignolo (1.950 metri)
  • Poi si continua a seguire il sentiero 710 che prosegue in salita fino al Passo Mulaz e il Rifugio Mulaz (dopo una leggera discesa dal Passo).Il Rifugio Mulaz si raggiunge in circa 2 ore e mezza da Baita Segantini.

Percorso totale:

  • Dislivello: 1.251 metri in salita (compreso il tratto di risalita da effettuare al ritorno, da Val Venegia a Baita Segantini).
  • Distanza: 17,5 chilometri.
  • Tempo di percorrenza: calcolate in totale circa 3 ore per l’andata e 3 ore per il ritorno (considerate circa 6 ore o 6 ore e mezza stando larghi, escluse le pause)
  • Difficoltà: il percorso non presenta particolari difficoltà. Il dislivello è abbastanza elevato ma viene affrontato gradualmente dal sentiero e non ci sono tratti particolarmente faticosi.

Partenza da Passo Rolle per raggiungere Baita Segantini e la Val Venegia

Il punto di partenza dell’itinerario è Passo Rolle (1.984 metri), raggiungibile in auto in circa 20 minuti da San Martino di Castrozza (in provincia di Trento). Si può lasciare l’auto presso un ampio parcheggio nei pressi dell’ultimo tornante prima del passo: il parcheggio è indicato come “parcheggio per Malga Juribello” sulla mappa che trovate qui sotto.

Dal parcheggio nei pressi dell’ultimo tornante si nota facilmente il cartello che indica la direzione verso la Baita Segantini, raggiungibile in circa 40 minuti.

Baita Segantini

Il sentiero che conduce alla Baita Segantini è molto semplice e tranquillo. Dopo 40 minuti di leggera salita, circa 220 metri di dislivello, si raggiunge la splendida Baita Segantini con il suo laghetto da cui si possono ammirare le Pale di San Martino. La vista è stupenda, specialmente sul famoso profilo del Cimon della Pala (3.184 metri), chiamato il “Cervino delle Dolomiti” per la sua forma appuntita e aguzza. Oppure ancora, il Cimon della Pala ricorda anche la famosa ed aguzza cima del Cerro Torre, situata nella Patagonia Argentina.

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Nella leggera salita verso Baita Segantini “attraversiamo” letteralmente le nuvole: al Passo Rolle infatti il cielo era coperto e nuvoloso, nonostante le previsioni che avessimo visto davano sereno per tutto il giorno.

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Sulla destra comincia a riconoscersi l’inconfondibile profilo aguzzo del Cimon della Pala

Nonostante le nuvole partiamo a camminare ottimisti, ed infatti dopo qualche metro in salita in mezzo alla foschia ci troviamo con un cielo azzurro e limpido sopra di noi, ed un mare di nuvole al di sotto. La vista è semplicemente mozzafiato.

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trekking rifugio Mulaz pale di San Martino-Baita Segantini-Cimon della Pala
La splendida vista sulle Pale di San Martino, nei pressi di Baita Segantini. Da destra: il Cimon della Pala (3.184 metri), Cima Vezzana (3.192 metri), Campanile Travignolo, Cima dei Bureloni (3.130 metri)

Nei pressi della Baita Segantini, incontriamo poi una simpatica mandria di mucche al pascolo.

trekking rifugio Mulaz pale di San Martino-Baita Segantini-Cimon della Pala
Una mucca al pascolo con il Cimon della Pala sullo sfondo a destra, e Cima Vezzana sulla sinistra

Discesa nella Val Venegia: sentiero 710 verso il Rifugio Mulaz

Da Baita Segantini si segue il sentiero 710 che si sviluppa in discesa su una stradina con molti tornanti. La strada è larga e probabilmente utilizzata dai mezzi dei gestori o degli allevatori. Il sentiero è quindi molto facile e con uno scenario incredibile sulla parete nord delle Pale di San Martino: il Cimon della Pala (3.184 metri), Cima Vezzana (3.192 metri) e Cima Mulaz (2.906 metri) la fanno da padrone.

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Una vola terminata la discesa ci troviamo in una zona verde e pianeggiante, segnata dal passaggio di un torrente. Più precisamente, ci troviamo nella zona delle Sorgenti del Travignolo (1.950 metri): sui verdi pianori erbosi si stagliano le cime aguzze delle Pale di San Martino.

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Continuiamo a seguire il sentiero 710 verso il Rifugio Mulaz

Salita rocciosa verso il Rifugio Mulaz: passaggio dal Passo Mulaz

Da qui seguiamo ancora il sentiero 710, che ora lascia l’ampia strada e attraversa i prati pianeggianti. A questo punto comincia la salita, con il sentiero che diventa tortuoso, all’ombra delle pareti rocciose del Mulaz.

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Salendo di quota, la vegetazione si fa più rada ed abbandoniamo i verdi pianori della Val Venegia. L’ambiente che ci circonda diventa sempre più roccioso ed aspro, entrando nell’emozionante territorio delle pale di San Martino. La vista si apre sulla Val Venegia a nord, e sulla cima del Castellaz (2.330 metri), dove termina un altro trekking che parte da passo Rolle: il trekking del Cristo Pensante (di cui abbiamo scritto una guida dettagliata in questo articolo-cliccate qui).

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Vista dall’alto sulla Val Venegia e sul sentiero percorso in discesa da Baita Segantini (sulla sinistra). A destra si nota invece la punta di Cima Castellaz (2.330 metri), dove termina il trekking del Cristo Pensante
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Arriviamo così in un canalone roccioso, con il sentiero 710 che continua a salire. Non ci sono particolari difficoltà nel sentiero: il dislivello in salita si sviluppa gradualmente. La salita terminale passa sul fianco di uno strapiombo roccioso.

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Si arriva così al Passo Mulaz (2.620 metri), da cui si raggiunge in pochi minuti di breve discesa il Rifugio Mulaz. Dal Passo Mulaz si può intraprendere anche un altro sentiero che porta proprio sulla cima del Mulaz: questa deviazione comporta un’ora di salita e un’ora di discesa (dal Passo Mulaz alla cima del Mulaz) e sicuramente dovremo tornare per percorrerla!

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Passo Mulaz (2.619 metri): la vista arriva fino al Monte Civetta (in fondo al centro)
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Poco dopo il Passo Mulaz, verso il Rifugio Mulaz: un incredibile scorcio roccioso tra le torri delle Pale di San Martino, verso l’iconico Passo delle Farangole

Rifugio Mulaz

Procediamo così verso il Rifugio Mulaz (chiamato rifugio G. Volpi al Mulaz), dedicato proprio a Giuseppe Volpi (1877-1947), industriale, politico veneziano e fondatore della SADE (Società Adriatica di Elettricità).

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Il Rifugio G. Volpi al Mulaz

Ci fermiamo così a mangiare i nostri panini in una zona pianeggiante con questa vista panoramica sul Monte Civetta, che ci ricorda un altro splendido itinerario di trekking estivo (cliccate qui per leggere il nostro articolo sul Rifugio Tissi ed il trekking ai piedi del Monte Civetta).

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In fondo si nota l’imponente Monte Civetta (3.220 metri). Sulla destra invece Cima Zopel (2.813 metri) e il Campanile dei Lastei alto (2.830 metri)

Camminando poi ancora un po’ oltre il rifugio in leggera salita per qualche minuto si raggiunge un punto panoramico ancora più spettacolare, il Sasso degli Arduini (2.524 metri): le foto parlano da sole

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Panorama da Sasso degli Arduini (2.524 metri), vicino al Rifugio Mulaz nelle Pale di San Martino: a sinistra il massiccio della Marmolada con la cima più alta Punta Penia (3.343 metri), mentre in fondo a destra si vede il Monte Cristallo (3.221 metri)
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Dal Sasso degli Arduini: la maestosa Cima del Focobon (3.054 metri) e a sinistra la Cima Campido (3.001 metri)

Dopo aver ammirato il panorama, decidiamo di rientrare e per il ritorno il percorso da seguire è lo stesso identico dell’andata (circa tre ore di camminata).

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Altre escursioni/trekking imperdibili nelle Pale di San Martino

Termina così questo racconto di trekking nelle Pale di San Martino, sicuramente uno degli ambienti dolomitici che più ci hanno colpito, come raccontiamo anche in questo articolo di un altro itinerario di 2 giorni: Rifugio Pradidali: 2 giorni di trekking nelle Dolomiti tra le Pale di San Martino (cliccate qui).

Qui invece trovate numerosi altri spunti per camminate, escursioni, trekking nelle Pale di San Martino nella nostra sezione del sito dedicata: Focus On Trips – Dolomiti – Trekking ed escursioni Pale di San Martino

Traccia GPS

  • link per scaricare la traccia GPS del percorso di trekking dal Passo Rolle al Rifugio Mulaz nelle Pale di San Martino, sul portale outdooractive.com
  • anteprima dal portale Komoot:

6 comments

  1. Che escursione spettacolare, pur frequentando da anni la zona di Passo Rolle, per un motivo o per l’altro non sono mai riuscita a farla… chissà che la prossima estate non sia la volta buona! L’ultima foto del post, in particolare, mi intriga parecchio… deduco siano fondamentali i bastoncini per affrontare una salita – e una discesa! – del genere, giusto? 🙂

    1. grazie per il commento Giorgia 🙂 davvero un’escursione spettacolare, come del resto tutta la zona delle Pale di San Martino! Giusto, i bastoncini da trekking sono solitamente fondamentali nei trekking in montagna, soprattutto in discesa secondo me 😉 Alberto

      1. Io li uso in realtà da un paio d’anni – prima li ho sempre snobbati pensando che mi avrebbero ingombrato! – ma devo dire che sì, in alcuni punti sono davvero fondamentali! Schiena e gambe ringraziano 😉

  2. Ciao, una domanda….parli di un tratto di sentiero lungo uno strapiombo….. è molto esposto e stretto? C’è 7n corrimano? Ho timore di bloccarmi se mi prende l’ansia da vertigine😅

    1. Ciao 🙂 in realtà quel tratto di sentiero descritto fa riferimento alla foto seguente (che vedi subito dopo la frase “La salita terminale passa sul fianco di uno strapiombo roccioso”) dove si vede la salita terminale che prosegue lungo un ghiaione che passa di fianco a quei blocchi rocciosi che strapiombano sul sentiero, trovandosi in alcuni casi in alcuni casi ad incombere sul sentiero stesso. Cioè non si passa in cima ad uno strapiombo ed il sentiero non è esposto 🙂 spero di essermi spiegato meglio

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