In inverno si può raggiungere il cuore del gruppo Dolomitico del Catinaccio fino al Rifugio Vajolet ed anche oltre: una splendida escursione invernale con le ciaspole, gli sci da alpinismo o semplicemente con i ramponcini ai piedi.
Un’occasione unica di immergersi nella splendida e tranquilla Val di Vajolet, al cospetto delle Dolomiti innevate e lontani dalle piste da sci. Il sentiero di trekking invernale ci conduce da Muncion, frazione di Pozza in provincia di Trento nella Val di Fassa, fino al Massiccio del Catinaccio. Qui troviamo le tre baite Gardeccia, Enrosadira e Stella Alpina, aperte anche in inverno, per poi proseguire in salita nella neve, con le ciaspole o i ramponcini, fino ai Rifugi Vajolet e Preuss, al cospetto delle magnifiche Torri del Vajolet.
Partiamo!
Itinerario invernale da Muncion al Rifugio Vajolet
Percorso totale:
- Sentiero 546 con partenza da un piccolo parcheggio lungo la strada de Gardecia, poco sopra l’abitato di Muncion (1.540 metri);
- Dislivello: si tratta di 700 metri di salita ed altrettanti in discesa;
- Distanza percorsa: circa 9 chilometri in totale;
- Tempo di percorrenza: 2 ore per l’andata in salita fino al Rifugio Vajolet e Preuss (2.246 metri) e 1 ora circa per il ritorno in discesa. In totale 3 ore di cammino, escluse le pause per pranzare e scattare foto;
- Difficoltà: il percorso non presenta tratti particolarmente difficili ma, trattandosi di un’escursione invernale, si devono valutare a priori le condizioni della neve per quanto riguarda il tratto di salita da Gardeccia al Rifugio Vajolet. All’inizio del sentiero si segue la comoda forestale nella Valle del Vajolet guadagnando quota gradualmente. Dopo il Rifugio Gardeccia, la salita è più decisa (ma non proibitiva) a mano a mano che ci si addentra nella vallata, sempre più stretta tra le pareti della Cima Catinaccio ad ovest ed i dirupi di Larsec ad est. E’ consigliabile percorrere questo tratto solo con rischio valanghe massimo di 2. Nel caso delle zone di Trentino-Alto Adige e Tirolo, potete consultare questo sito https://avalanche.report/bulletin/latest
Noi abbiamo percorso questo itinerario nel periodo di febbraio e le condizioni della neve erano molto stabili: le uniche nevicate della stagione infatti risalivano ai mesi precedenti di novembre e dicembre e pertanto gli strati di neve erano molto compatti. A causa dell’innevamento scarso e delle condizioni di durezza della neve stessa non abbiamo usato le ciaspole, ma abbiamo percorso il sentiero invernale fino al Rifugio Vajolet con i ramponcini calzati sotto gli scarponi.
Partenza da Muncion – Val di Fassa
Per raggiungere il Rifugio Vajolet possiamo partire da Muncion, frazione di Pozza di Fassa in Val di Fassa. Da Pozza si prosegue in auto verso Pera: dopo il centro di Pera si devia sulla sinistra alla prima rotonda imboccando la Strada de Gardecia verso Muncion. Dopo un paio di piccoli tornanti si raggiunge Muncion. Una volta superato il piccolo paesino, si prosegue lungo la strada forestale, fino a raggiungere un piccolo spiazzo dove si pò lasciare l’auto. In ogni caso trovate la posizione esatta del parcheggio sopra Muncion in questa mappa di seguito.
Sentiero 546: Strada de Gardecia verso il Rifugio Vajolet
Dal parcheggio comincia la strada forestale segnata come sentiero 546. Si tratta di un largo e semplice sentiero che si sviluppa senza grossi pendenze in salita. Fin dall’inizio del percorso cominciamo ad intravedere alcune delle cime del Catinaccio che si affacciano sulla Valle del Vajolet.

Camminiamo così in mezzo ai boschi della valle del Vajolet, in un’atmosfera tranquilla e rilassante. Ad un certo punto troviamo una deviazione: qui si può scegliere se proseguire sul sentiero principale o se svoltare a sinistra e seguire la “strada vecia de Gardecia” che si inoltra in mezzo al bosco.


Proseguiamo lungo il sentiero 546 camminando ora leggermente in salita, ancora senza l’ausilio dei ramponcini visto che la neve è molto compatta e poco ghiacciata. La vista si apre gradualmente su altra cime del gruppo del Catinaccio, mentre in lontananza verso est si comincia ad intravedere anche la Regina delle Dolomiti, la Marmolada, con la sua cime che è il punto più alto di tutte le Dolomiti (3.343 metri).

Rifugio Gardeccia – Baita Enrosadira e Baita Stella Alpina
Quando arriviamo nei pressi del Rifugio Gardeccia, compaiono davanti ai nostri occhi la Cima Catinaccio (2.981 m) insieme alle Torri del Vajolet (2.821 m) in tutta la loro maestosità.

Dopo circa un’ora di cammino e 400 metri di dislivello in salita, raggiungiamo così la splendida conca del Gardeccia, dove troviamo l’omonimo Rifugio Gardeccia (1.949 m) e le baite Enrosadira e Stella Alpina. Tutte e 3 le strutture sono aperte nel periodo invernale, durante il giorno, e offrono quindi l’occasione per una pausa.

Da Gardeccia, per proseguire verso il Rifugio Vajolet si segue sempre il sentiero 546, per circa un’altra oretta, come indicato dai cartelli.

Siamo ora nel cuore della Valle del Vajolet e si abbandona la larga forestale che abbiamo seguito nel primo tratto di sentiero. Ora la salita diventa più accentuata, nonostante non ci siano particolari difficoltà nell’affrontarla (si tratta di 300 metri di dislivello dal Gardeccia al Rifugio Vajolet).
Solitamente nel periodo invernale si può prosegue con le ciaspole dopo il Gardeccia. Nel nostro caso invece possiamo utilizzare semplicemente i ramponcini, per avere una maggior aderenza sulla neve battuta e leggermente ghiacciata. Nel primo tratto si attraversa nuovamente un piccolo boschetto, silenzioso e suggestivo, al cui limitare si può ammirare la Valle del Vajolet ricoperta di bianco.



Dal sentiero la vista raggiunge le cime meridionali del Catinaccio, che si intravedono nella foto seguente: le Pale Rabbiose (2.423 m) vicino al Passo delle Cigolade (2.579 m).

Rifugio Vajolet e Rifugio Preuss
Prima di raggiungere il Rifugio Vajolet ed il Rifugio Preuss affrontiamo un’ultima salita da percorrere con attenzione ed ovviamente con i ramponcini ai piedi, vista la pendenza del manto nevoso. Ora ci troviamo proprio a ridosso delle cime rocciose del Catinaccio:


Terminata la salita, cominciamo ad intravedersi il Rifugio Preuss.

E proprio davanti al Rifugio Preuss, troviamo il Rifugio Vajolet, nei dintorni del quale ci fermiamo a sedere per mangiare i nostri panini per pranzo. Entrambi rifugi, Vajolet e Preuss, sono chiusi nel periodo invernale.

Dal Rifugio Vajolet ammiriamo la Cima Catinaccio e la salita che l’estate scorsa ci ha permesso di raggiungere il Rifugio Re Alberto I, proprio ai piedi delle Torri del Vajolet (leggete qui il racconto completo dei nostri primi due giorni di trekking estivo nel Catinaccio: Trekking Torri del Vajolet-Rifugio Re Alberto I-Passo Antermoia: anello di 2 giorni nel gruppo del Catinaccio (cliccate qui)

Dal Rifugio Vajolet si può proseguire verso il Rifugio Passo Principe (2.601 m), raggiungibile in circa un’ora di cammino. Nel periodo invernale il Rifugio è aperto e raggiungibile solo con rischio di valanghe inferiore o uguale a 2. Dopo il Rifugio Vajolet bisogna infatti proseguire con estrema cautela, visto che la vallata si restringe ed i pendii laterali diventano più ripidi e favoriscono lo slittamento di blocchi di neve. Per questa volta decidiamo di fermarci al Rifugio Vajolet, ma la visita del Passo Principe merita davvero (trovate sempre in questo articolo le foto del Rifugio Passo Principe nel nostro trekking estivo).




Ritorno
Per il ritorno si segue lo stesso percorso dell’andata: considerata un tempo di percorrenza minore, di circa un’oretta totale.

Termina così questa splendida escursione nel Gruppo del Catinaccio al Rifugio Vajolet, impressionante nel periodo invernale così come quando l’avevamo attraversato la scorsa estate. Vi lasciamo con questa foto del sole che tramonta in un cielo nuvoloso tra la Cima Mugoni e la Cima Coronelle. Alla prossima!
